Foto tratta da www.zelenkovac.org

Creare sentieri ciclabili in Bosnia Erzegovina e così unirla all'Europa. Se ne parlerà in questi giorni a Zelenkovac in un appuntamento promosso dall'associazione locale Green Tour

23/08/2007 -  Nicole Corritore

A seguito del periodo immediatamente successivo alla fine della guerra, in cui si sono visti protagonisti programmi di ricostruzione materiale del paese, la società civile bosniaca si è attivata in maniera crescente nel settore ambientale. Una sensibilità sicuramente influenzata dal coinvolgimento in programmi di cooperazione ma che, nonostante la forte decrescita nell'ultimo decennio della presenza di soggetti della cooperazione internazionale e di sostegno economico estero, è aumentata e si è diversificata.

L'attenzione alle problematiche ambientali in una certa fascia della popolazione bosniaca si può dire sia cresciuta nella misura in cui le risposte ai bisogni "primari", quali la possibilità di rientrare nei territori di originaria residenza, la ricostruzione della propria abitazione, l'abbassamento della tensione sociale legata al post-conflitto, sono state in qualche misura date.

Di certo, come risulta da molteplici analisi della situazione economica, sociale e politica nel paese - dalle quali ad esempio emerge che circa il 40% della popolazione residente in Bosnia Erzegovina è tutt'oggi disoccupata e indigente - a 12 anni dalla fine del conflitto molti sono ancora i nodi irrisolti fonte di malessere sociale. Nonostante ciò, molte sono le associazioni e le organizzazioni non profit locali che si battono per il miglioramento delle condizioni ambientali del proprio territorio, cercando di coniugare la propria attività specifica con l'avvio di progetti di sviluppo locale, come il turismo sostenibile.

E' proprio su queste basi che si inserisce l'iniziativa "Green Ride Tour" e "Green Days" che inizia domani 24 agosto a Zelenkovac - villaggio situato in Bosnia nord-occidentale - e si conclude domenica 26 agosto. Si inizierà inaugurando un sentiero ciclabile, a cui seguiranno due giorni dedicati all'incontro di singoli ed organizzazioni che lavorano nel campo del turismo responsabile e della tutela ambientale. L'iniziativa è organizzata da "Green Tour", associazione non profit nata nel maggio del 2006, con sede a Sarajevo e che vede al suo interno una serie di organizzazioni - non solo verdi - di Mrkonjic Grad, Sarajevo, Banja Luka e Bihac.

"Scopo principale di "Green Days" è offrire spazio di discussione e di pianificazione del prossimo triennio di attività ad una rete di individui, organizzazioni e altri soggetti bosniaci interessati a risolvere alcune problematiche che colpiscono il paese basandosi strettamente sul concetto di sviluppo sostenibile socio-politico, ambientale ed economico." Dichiara Emir Dervisevic, a nome dell'associazione. "Saranno 15 le organizzazioni presenti a Green Days per un totale di 40 persone, compreso rappresentati della municipalità e dell'Agenzia per lo sviluppo sostenibile di Mrkonjic Grad."

"Anche da un'analisi molto superficiale, emerge che il potenziale delle zone rurali della Bosnia Erzegovina è per la maggior parte trascurato e non utilizzato. Molti villaggi stanno attraversando una pesante crisi socio-economica, crisi il cui esito è incerto. Noi siamo convinti che se non ci si impegna seriamente, tutti insieme a costruire reali occasioni di sviluppo sostenibile dei villaggi, neppure le città avranno un futuro" continua Dervisevic.

Secondo Dervisevic il futuro delle città dipende dunque strettamente dallo sviluppo sostenibile ed eco-compatibile che si riuscirà a costruire nelle zone rurali: "E' imprescindibile, per il futuro di questi villaggi, il potenziamento della produzione di prodotti agricoli biologici e il sostegno a iniziative di agriturismo e di eco-turismo. Solo così essi diverranno luoghi accoglienti, sia per viverci e lavorarci, che per andarci in visita".

Parole alle quali si legano progetti già avviati, pur con fondi finora raccolti esclusivamente in loco o grazie all'autofinanziamento degli stessi volontari del gruppo. Il primo nell'ambito del sostegno alla produzione di prodotti biologici: creando rete tra produttori locali, facilitando lo scambio di informazioni sui processi tecnologici di settore, sostenendo l'allargamento del mercato di tali prodotti.

I due successivi sono legati ad un'area di intervento su cui Green Tour investe molto: la mappatura del territorio per la creazione, entro settembre 2007, di 400 km di sentieri ciclabili forniti di segnalazioni, pannelli informativi anche con l'utilizzo di tecnologie elettroniche e satellitari. Il progetto è denominato "Quattro fiumi" proprio perché i sentieri intendono coprire un'area situata tra quattro fiumi (Vrbas, Pliva, Sana e Una) oltre che toccare numerose municipalità: Banja Luka, Bihac, Drvar, Glamoc, Jajce, Kljuc, Knezevo/Skender Vakuf, Prijedor, Sanski Most, Morkonjic Grad e Ribnik.

E' in questo ambito di azione che si inserisce l'iniziativa del 24 agosto, "Green Ride Tour": un gruppo di ciclisti, di cui una delegazione arriverà dall'Italia grazie a Viaggiareibalcani, percorrerà il sentiero finora realizzato (Prijedor, Sanski Most, Sanica, Kljuc, Ribnik, Zelenkovac, Drvar, Martin Brod, Kulen Vakuf). Il tuor servirà per testare il sentiero stesso, migliorarlo e poi riprodurre le stesse infrastrutture in tutta l'area coinvolta dal progetto.

"Il nostro desiderio, è mettere in rete tutti coloro che intendono attivamente rendere possibile, nell'arco di tre anni, la realizzazione in Bosnia Erzegovina di un lungo tratto di "Sentieri ciclabili verdi". Anche, se non soprattutto, per inserire la Bosnia Erzegovina nella più ampia rete delle tratte europee dei sentieri ciclabili" aggiunge Dervisevic. Obiettivo che sarebbe possibile se venisse realizzata la tratta Ljubljana-Beograd (definita "Savska biciklisticka magistrala") e si collegasse il sentiero previsto dal progetto di Green Tour con la tratta "Dunava" e la tratta "Adriatica".

Il gruppo "Green Tour" è cosciente che il progetto è difficilmente realizzabile senza il supporto e il coinvolgimento di altri gruppi, anche fuori dal territorio bosniaco. Si è infatti già messa in contatto con la "European Cyclist's Federation" fondata nel 1983 e ad oggi composta da 50 associazioni di 30 paesi, per valutare come inserirsi nel progetto "Eurovelo" che tale federazione sta portando avanti da anni. Si tratta della realizzazione di cicloitinerari (European Cycle Route Network) in grado di collegare tutti i paesi europei, che ad oggi vede parecchie aree dei Balcani ancora escluse, lasciando nella cartina dei sentieri europei a due ruote un grande buco nero.

Si veda il programma di "Green Days".


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