Redazione 18 giugno 2021
Frontiera della Croazia, BalkansCat Shutterstock.jpg

Diverse organizzazioni internazionali che si occupano di migrazione hanno inviato una lettera alla Commissaria europea per gli Affari interni, Ylva Johansson, in merito ai meccanismi indipendenti di monitoraggio delle frontiere dell'Ue di cui si sta discutendo in sede parlamentare nell'ambito del Patto su migrazione e asilo. Chiedono particolare attenzione al caso della Croazia

Fonte: Border Violence Monitoring Network

Nell'ambito della discussione in sede europea del nuovo Patto su migrazione e asilo, si sta discutendo il punto dedicato al meccanismo indipendente di monitoraggio delle frontiere Ue e delle violazioni dei diritti dei migranti. Alcune organizzazioni che operano a difesa di rifugiati, migranti e richiedenti asilo, hanno invitato la Commissaria europea per gli Affari interni a porre particolare attenzione al caso croato. Segue la traduzione del testo (qui in inglese ).

Indirizzata a Ylva Johansson, Commissaria europea per gli Affari interni e per conoscenza a: Didier Reynders, Commissario europeo alla  Giustizia; Michael O’Flaherty, direttore dell'Agenzia dell'Unione Europea per i diritti fondamentali; Tanja Fajon, presidente del Working Group on Schengen Scrutiny del PE.

In qualità di organizzazioni della società civile che seguono da vicino i negoziati del Patto sulla migrazione e l'asilo, compreso il proposto meccanismo indipendente di monitoraggio delle frontiere e i relativi sviluppi nazionali, anche in Croazia, vorremmo esprimere il nostro interesse a portare avanti la discussione sui principi chiave su cui qualsiasi meccanismo dovrebbe basarsi. Siamo anche preoccupati che qualsiasi accordo su un meccanismo nazionale in Croazia che non soddisfi gli standard necessari, pregiudicherebbe l'intenzione alla base della proposta della Commissione e creerebbe un brutto precedente.

Apprezziamo il tentativo della Commissione europea di affrontare le violazioni in corso alle frontiere dell'UE attraverso il meccanismo proposto nel regolamento sullo screening e i suoi sforzi per migliorare le proposte di monitoraggio presentate di recente a livello nazionale. Comprendiamo inoltre che, a causa della varietà dei sistemi politici, legali e amministrativi negli Stati membri dell'UE, nonché delle questioni relative alle competenze e alla complementarità, un meccanismo funzionante deve essere adattato al particolare contesto nazionale. È quindi tanto più importante che i principi chiave, come l'indipendenza e la responsabilità a seguito di indagini, per tutti i meccanismi siano chiaramente definiti e applicati nella pratica.

Abbiamo osservato con preoccupazione le discussioni in corso con le autorità croate sull'istituzione, da tempo attesa, del meccanismo nazionale di monitoraggio indipendente, un requisito dei finanziamenti dell'UE che la Croazia ha ricevuto nel 2018. Crediamo fermamente che, nel corso di queste discussioni, le istituzioni dell'UE debbano esprimersi con netta chiarezza in merito agli standard specifici da rispettare per garantire che tale meccanismo di monitoraggio sia indipendente, significativo ed efficace.

In particolare, esortiamo la Commissione europea a garantire la coerenza con gli standard chiave e l'Agenzia per i diritti fondamentali a fornire competenze in questo processo, fornendo indicazioni specifiche sugli elementi chiave di un meccanismo di monitoraggio indipendente. È necessario un ruolo attivo per sostenere le autorità croate nella creazione di un organismo in grado di monitorare in modo credibile il rispetto del diritto dell'UE nelle operazioni alle frontiere. L'allegato a questa lettera, sviluppato da diverse organizzazioni, include materiale di riferimento sui principi chiave per qualsiasi efficace meccanismo di monitoraggio delle frontiere.

Un meccanismo di monitoraggio deve essere indipendente nella legge e nella pratica; dotato dei mezzi necessari per garantire che le violazioni dei diritti alle frontiere dell'UE e in prossimità delle stesse siano registrate; che i responsabili siano chiamati a risponderne; e che sia garantita giustizia per le persone colpite dalle violazioni. La Commissione europea non dovrebbe tollerare o sostenere, né politicamente né finanziariamente, alcun meccanismo che non rispetti questi standard.

Apprezzeremmo l'opportunità di discutere le nostre preoccupazioni, così come le nostre proposte per i meccanismi nazionali, con voi o un membro della vostra squadra in una riunione a breve. Rimaniamo a vostra completa disposizione per qualsiasi domanda su quanto sopra.

Firmato da:

Catherine Woollard, Director ECRE
Birte Hald, DRC Brussels Representative Danish Refugee Council
Eve Geddie, Head of Office and Advocacy Director –European Institutions Office Amnesty International
Marta Welander, Executive Director Refugee Rights Europe (RRE)
Dr. Imogen Sudbery, Director of Europe Policy and Advocacy International Rescue Committee
Evelien van Roemburg PhD, Deputy Director Advocacy, Campaigns & Engagement (interim) and Head of EU Office Oxfam International
Jose Ignacio Garcia, SJ Regional Director JRS Europe
Sara Kekuš, Executive Board Member Centre for Peace Studies (CPS)
Milena Zajović, President, Are You Syrious Head of Advocacy, Border Violence Monitoring Network
Hugh Williamson, Executive Director, Europe and Central Asia Human Rights Watch
Anita Bay Bundegaard, EU Director and Representative Save the Children

Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto "Parlamento dei diritti 3", cofinanziato dall'Unione europea (UE) nel quadro del programma di sovvenzioni del Parlamento europeo (PE) per la comunicazione. Il PE non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è di OBC Transeuropa e non riflette in alcun modo l'opinione dell'UE. Vai alla pagina “Il Parlamento dei diritti 3”.