13 novembre 2018
La vignetta di Stefano Rolli diventata il simbolo del flashmob della FNSI.jpg

La Federazione nazionale della stampa (FNSI) promuove oggi il flash mob #GiùLeManiDallinformazione in diverse città italiane. La mobilitazione si terrà anche a Bruxelles e Londra

Fonte: FNSI

Basta attacchi ai giornalisti. Gli insulti e le minacce di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista - pronunciate dopo l'assoluzione della sindaca di Roma Virginia Raggi - non sono soltanto l'assalto ad una categoria di professionisti, ma rappresentano anche e soprattutto il tentativo di scardinare l'articolo 21 della Costituzione e i valori fondamentali della democrazia italiana. Una prima risposta pubblica agli attacchi del vicepremier Di Maio e di quanti pensano di poter ridurre al silenzio l'informazione italiana è fissata per oggi, 13 novembre 2018.

Il vicepresidente del Consiglio Di Maio aveva scritto, in un post sulla sua pagina Facebook il 10 novembre: "(...). Il peggio in questa vicenda lo hanno dato invece la stragrande maggioranza di quelli che si autodefiniscono ancora giornalisti, ma che sono solo degli infimi sciacalli, che ogni giorno per due anni, con le loro ridicole insinuazioni, hanno provato a convincere il Movimento a scaricare la Raggi. (...) La vera piaga di questo Paese è la stragrande maggioranza dei media corrotti intellettualmente e moralmente."

Di Battista, sempre su Facebook nello stesso giorno aveva definito così i giornalisti: "Sono pennivendoli, soltanto pennivendoli, i giornalisti sono altra cosa. (...) Oggi la verità giudiziaria ha dimostrato solo una cosa: che le uniche puttane qui sono proprio loro, questi pennivendoli che non si prostituiscono neppure per necessità, ma solo per viltà."

La Federazione nazionale della Stampa italiana promuove quindi oggi il flash mob #GiùLeManiDallInformazione, aperto non soltanto ai giornalisti, ma anche a cittadini e associazioni che considerano l'informazione un bene essenziale per la democrazia che si terrà dalle 12 alle 13 in diverse piazze italiane.

«Ritrovarsi in piazza contemporaneamente – spiega Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi – significa respingere tutti insieme attacchi volgari e inaccettabili contro l'informazione e i giornalisti. Ormai non si tratta più di episodi isolati, ma di azioni mirate a screditare una categoria di professionisti con lo scopo di disorientare l'opinione pubblica. Una forza politica, il Movimento 5 Stelle, che teorizza il superamento del Parlamento e della democrazia liberale ha messo nel mirino i giornalisti e gli editori perché per realizzare questo progetto bisogna togliere di mezzo tutti gli organismi intermedi e impedire ai cittadini di conoscere. Soltanto un'informazione debole, docile o assente può consentire alla disinformazione di massa, veicolata attraverso gli algoritmi e le piattaforme digitali, di prendere il sopravvento e di manipolare il consenso e le coscienze dei cittadini. È un disegno al quale bisogna opporsi con forza».

L’iniziativa si terrà in queste città italiane: Milano, Roma, Ancona, Aosta, Bari, Bologna, Bolzano, Cagliari, Campobasso, Firenze, Genova, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Potenza, Reggio Calabria, Torino, Trieste, Venezia. L'hashtag della mobilitazione è #GiùLeManiDallInformazione.

Alla mobilitazione hanno aderito finora: il Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti e gli Ordini regionali dei giornalisti; Usigrai; Anpi; Arci; Articolo21; Associazione Amici di Roberto Morrione; Associazione Carta di Roma; Gaynet Italia; Giornale Radio Sociale; Associazione Giulia Giornaliste; Gruppo Abele; Libera; Libera Informazione; Associazione NoiAntimafia di Ostia; Progressi; Radio Articolo Uno; Rete NoBavaglio; Riforma.it; Ucsi; Ungp; rappresentanti delle istituzioni locali; Cgil, Cisl e Uil del Lazio.

La solidarietà ai giornalisti italiani è arrivata anche dall'Associazione Stampa Estera e dalla Stampa parlamentare. «L'Associazione della Stampa Estera in Italia esprime la propria solidarietà nei confronti di tutti i colleghi giornalisti, italiani e non, che sempre più frequentemente vengono attaccati in Italia e nel mondo. Crediamo fortemente che il nostro lavoro, grazie alle libertà di stampa e di informazione, sia uno dei pilastri della democrazia e, oggi più che mai, vada protetto per il bene delle istituzioni democratiche e di chi, con esse, viene rappresentato». È quanto si legge in una nota dell'Associazione della Stampa Estera in Italia.

«L'Associazione stampa parlamentare crede che una società sana e democratica abbia come fondamento un'informazione libera. Gli attacchi alla stampa, da qualsiasi parte politica arrivino, non possono che rafforzare queste nostre idee e convinzioni. Ciò riguarda tutti i giornalisti ma soprattutto chi, come noi in tale frangente, è particolarmente esposto a questo genere di attacchi che hanno ormai superato ogni limite di volgarità, sconfinando dal terreno della normale critica. Il fatto che arrivino da esponenti con responsabilità di governo rendono questi episodi ancora più gravi. Per queste ragioni l'Associazione della Stampa Parlamentare aderisce alle iniziative promosse dalla Federazione Nazionale della Stampa in programma per domani in diverse città italiane». Lo afferma, in una nota, l'Associazione stampa parlamentare.

A sostegno dell'iniziativa della Fnsi, la Federazione europea dei giornalisti (EFJ) promuove oggi un flash mob a Bruxelles, mentre a Londra si terrà una iniziativa promossa dai freelance italiani che lavorano per i giornali della capitale inglese. Il presidente dell'EFJ, Mogens Blicher Bjerregård, ha dichiarato ieri che sempre più politici europei stanno demonizzando i media e ha aggiunto: "La loro attività diffamatoria nei confronti dei giornalisti, piuttosto che discutere i fatti, è una delle principali minacce alla libertà dei media in Europa. Ecco perché noi segnaleremo immediatamente questa nuova violazione della libertà di stampa alla Piattaforma per la protezione dei giornalisti del Consiglio d'Europa ."

Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del progetto European Centre for Press and Media Freedom, cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto