Giorgio Di Giuseppe 26 giugno 2014

Fiume ha festeggiato, la scorsa settimana, il suo Santo Patrono, Vito. Gli appuntamenti di maggior spicco ed interesse, sono stati la seduta solenne del Consiglio cittadino e il ricevimento, da parte del sindaco Obersnel, dei rappresentanti delle associazioni degli esuli e della comunità degli italiani

Un pubblico delle grandi occasioni, tra cui il Presidente Josipovic, l’Arcivescovo di Fiume, Mons. Devcic, il presidente della Regione, Komadina ed i consiglieri del parlamento cittadino, è stato quello che ha partecipato all’Assemblea Solenne del Consiglio cittadino che si è svolta lo scorso 15 giugno.

“Tendere la mano e dire no alla discriminazione, all’odio e alla violenza fa parte dell’identità fiumana, ha dichiarato il sindaco Obersnel. Proprio per questo motivo, ha poi concluso il primo cittadino, anche dopo 14 anni, sono orgoglioso di essere sindaco di questa città. Ciò significa che devo continuare a impegnarmi affinché questa città cresca e migliori anche in questi anni di crisi”.

A prendere la parola è stata poi la presidente del Consiglio cittadino Bukovac, che ha spiegato: “L’importanza di concedere alle grandi città lo status di Regione, favorendo in questo modo uno sviluppo più rapido e seguendo le direttive della politica europea. Il segreto del successo, ha poi concluso, ce lo hanno dimostrato i nostri calciatori e pallanotisti: spirito vincente e lavoro di squadra. Seguendo il loro esempio sono certa della crescita della città in tutti i settori”.

E’ seguita poi la cerimonia di premiazione con i “Riconoscimenti annuali” e l’ assegnazione di cinque targhe “ Stemma della città” a personalità e associazioni che si sono distinte sia per il loro lavoro sia per il loro impegno a favore della società civile.

Venerdì 13 si è stata la volta del tradizionale incontro con la delegazione degli esuli, accompagnata quest’anno anche dal presidente uscente dell’Unione Italiana, Radin, dal console generale d’Italia a Fiume Cianfarani, dal presidente dell’Esecutivo della Comunità degli Italiani di Fiume, Palisca e dalla vice direttrice del dipartimento di Italianistica della facoltà di Filosofia, Giuliano.

La delegazione della diaspora era formata da Brazzoduro, Calci e Stalzer, rispettivamente sindaco, vicesindaco e segretario del Libero Comune di Fiume in Esilio, da Ballarini e Micich della Società di Studi fiumani di Roma.

“Questi incontri sono la conferma del rispetto che abbiamo nei confronti della comunità nazionale italiana e del suo contributo alla storia della nostra città”, ha dichiarato il sindaco. “Oggi possiamo essere felici perché insieme facciamo parte dell’Unione europea, in cui i confini non esistono più”, ha concluso, sottolineando che “ciò non significa che dobbiamo dimenticare la storia, ma piuttosto che dobbiamo guardare al futuro.”

“Qui ci sentiamo come a casa nostra. Fiume ci appartiene anche se siamo dispersi in tutto il mondo. Fu difficile rimanere, ma ancor più difficile andarsene. Dopo tanti anni, siamo riusciti a ripristinare il dialogo con la nostra città d’origine. Abbiamo avuto il privilegio di essere i primi e per noi è stato come se avessimo rimarginato una ferita. Noi veniamo a Fiume per parlare di pace, della storia nonché per augurarle di essere una città libera e forte assieme alle persone che oggi vivono qui”, ha dichiarato al termine dell’incontro Ballarini.