9 settembre 2015
Dossier Caritas, immigrazione Mediterraneo e Balcani.jpg

Nel 2015 è la Grecia, con 205mila arrivi, ad aver sopportato il peso più grande degli sbarchi, l’Italia con 100mila, rimane il secondo paese. Il settore Immigrazione ed Europa di Caritas Italiana ha preparato un dossier di approfondimento sulla situazione esistente nel Mediterraneo e nei Balcani

 

Fonte: Bisceglieviva e Caritas Italiana

A seguito delle ultime vicende di cronaca caratterizzanti i giorni scorsi, gli uffici Immigrazione ed Europa di Caritas Italiana hanno preparato un dossier di approfondimento sulla situazione esistente nel Mediterraneo e nei Balcani che è disponibile anche online sul sito di Caritas Italiana. Molte delle informazioni sono state rilevate direttamente sul campo dagli operatori espatriati di Caritas Italiana e dagli operatori delle Caritas Europee coinvolte. I dati e le altre notizie sono di fonti varie: Osservatorio Balcani e Caucaso, UNHCR, OIM, Agenzia Frontex, Repubblica.it, Corriere.it, La Stampa.it.

Il Dossier, a margine allegato, vuole contribuire alla conoscenza di un fenomeno dai tratti molto complessi che negli ultimi mesi ha assunto una dimensione globale. Le immagini delle traversate lungo il Mediterraneo e attraverso i confini terrestri dell'Europa appaiono come un monito agli stati affinché la sofferenza di milioni di persone che fuggono dalle guerre sia una responsabilità di tutti. La morte di migliaia di persone è l'emblema del fallimento di un Europa che per tanto tempo si è definita solidale, ma che all'improvviso si scopre chiusa e divisa davanti all'incessante richiesta dei profughi." Molti sono stati i gesti di solidarietà portati avanti da alcuni governi e da tanti cittadini che hanno restituito dignità a chi in questo momento è più fragile. La parola accoglienza sembra non fare più paura soprattutto dopo le parole del Santo Padre che ha invitato ogni parrocchia, ogni comunità religiosa, ogni monastero, ogni santuario d'Europa ad ospitare una famiglia.

Sono numeri preoccupanti quelli forniti dall'OIM (Organizzazione internazionale per le migrazioni) relativi agli arrivi attraverso il Mediterraneo: nei primi otto mesi del 2015, sono 351mila i migranti che hanno intrapreso la via del mare per cercare una vita diversa (gli arrivi nello stesso periodo del 2014 erano stati 219mila). E' drammatico il dato relativo alle vittime: 2.643 persone sono morte da gennaio. L'OIM stima in 235.000 i migranti arrivati in Grecia e in 115mila quelli approdati in Italia. Agosto è stato il secondo mese con più morti dell'anno, 638, superato solo dal mese di aprile quando erano stati 1.265. Le nazionalità più comuni tra i migranti che attraversano il Mediterraneo sono eritrea, nigeriana, somala, sudanese e siriana. Gli eritrei dominano tra gli arrivi in Italia. Nonostante negli ultimi mesi gran parte del dibattito pubblico italiano sia stato dedicato ai temi dell'immigrazione e alle accuse all'Europa di mancanza di solidarietà, in pochi hanno notato come l'Italia non sia il paese maggiormente coinvolto nelle tratte dell'immigrazione: in Italia, nel 2015, sono arrivati poco più di 100mila migranti, uno ogni 600 abitanti. Nello stesso periodo, in Grecia, ne sono arrivati 205mila: cioè uno ogni 53 abitanti. È la Grecia, quindi, ad aver sopportato il peso più grande degli sbarchi e con un gran distacco rispetto all'Italia, che rimane comunque il secondo paese.

Quest'anno, nella sola settimana fra il 10 e il 16 agosto, sono sbarcati in Grecia 20mila migranti, un quarto di tutte le persone sbarcate nel paese nell'intero 2014. Nei primi otto mesi, i 150mila migranti hanno portato al collasso lo scarno sistema di accoglienza presente sulle isole greche, la principale destinazione dei migranti che arrivano in questo paese. In base alle informazioni disponibili, l'evoluzione più probabile della situazione sembra dunque essere:

- rimarrà sempre molto alto il numero di profughi che utilizzano la rotta balcanica. Non è al momento ipotizzabile una riduzione del numero di persone che attraversano questa rotta, anzi la possibilità più reale è l'aumento del numero dei profughi;

- la rotta balcanica resterà molto utilizzata ancora per molto tempo, sicuramente ancora per molte settimane e mesi. Questo comporterà un aggravamento delle condizioni dei profughi perché l'inverno si avvicina, così l'aumento delle piogge e l'abbassamento delle temperature renderanno il viaggio e le soste sempre più difficili e pericolose;

- l'emergenza collegata all'accoglienza nei luoghi di confine e delle stazioni di autobus/treni continuerà come tale, dal momento che non si vedono significativi interventi statali in tempi rapidi a risolvere la questione. Al momento sembra che l'interesse prevalente dei governi coinvolti (greco, macedone, serbo) non sia quello di provvedere a investire denaro e tempo per una sistemazione adeguata dei profughi, ma quello di far passare quanto più velocemente i profughi lungo il territorio statale fino al confine successivo;

- c'è il rischio di un aumento di fenomeni di intolleranza verso i migranti, perché gruppi di estremisti e alcuni partiti politici stanno iniziando a fomentare nei cittadini la paura verso queste persone, per la gran parte di religione musulmana.