Caterina Ghobert 17 giugno 2021
Spalato, Tempio di Diocleziano (© Jazzmany/Shutterstock)

La strategia adriatico-ionica ha nel suo modo d’operare e nei progetti affrontati numerosi elementi che potrebbero contribuire fattivamente all’allargamento Ue ai Balcani occidentali

La Commissione Europea ha recentemente pubblicato il report “EU Strategy for the Adriatic and Ionian Region (EUSAIR) facilitating the enlargement process of Western Balkans”. Il policy paper che esplora le modalità in cui la strategia europea per la Macroregione Adriatico Ionica (EUSAIR) - nata nel 2014 e che coinvolge nove paesi che si affacciano o sono in prossimità del bacino adriatico-ionico (Italia, Slovenia, Croazia, Serbia, Bosnia Erzegovina, Montenegro, Albania, Grecia e, dal 2020, anche la Macedonia del Nord) - può sostenere il processo di allargamento ai Balcani occidentali.

Il paper è stato realizzato da OBCT e CeSPI e commissionato dalla DG Regio della Commissione Europea. Il team CeSPI-OBCT ha innanzitutto identificato - tra i punti di forza di EUSAIR che possono apportare un contributo positivo al processo di allargamento - l’aspetto regionale e orizzontale che caratterizza, in seno alla Macroregione Adriatico-Ionica le relazioni tra i paesi dei Balcani e le istituzioni europee. Si tratta quindi di relazioni tra pari e non dall’alto in basso ed è proprio il carattere cooperativo di EUSAIR a contribuire alla convergenza su interessi comuni tra paesi membri e paesi non-Ue. 

Altro aspetto di rilievo è che EUSAIR può contribuire concretamente al processo di allargamento semplificando l’adozione dell’acquis communautaire nei paesi dei Balcani occidentali, anticipando e sostenendo la realizzazione di politiche Ue oltre i confini comunitari. È ad esempio grazie alla strategia macro-regionale che già a partire dal 2014 si è iniziato a dialogare sulle aree marine protette e sulla pianificazione spaziale delle coste, ambiti quindi su cui gli stati non membri si trovano e troveranno avvantaggiati rispetto alla chiusura dei vari capitoli negoziali nel processo di adesione.

EUSAIR inoltre interviene a sostegno delle capacità amministrative dei nove paesi partecipanti partendo da questioni molto concrete: questo contribuisce all’allineamento delle competenze dei cinque partner dei Balcani occidentali con gli standard UE. EUSAIR si configura poi come un forum di diplomazia multi-livello, in cui tutti i paesi partecipanti - e i rispettivi portatori di interesse locali - hanno l’opportunità di conoscere e prendere familiarità con le politiche Ue nei loro aspetti pratici.

Infine EUSAIR ha il potenziale per contribuire al superamento in questa regione delle profonde divisioni socio-politiche nate nel corso del XX secolo. Anche attraverso una risorsa preziosa, quella del turismo che, nell’ottica EUSAIR, deve essere interconnesso tra i vari paesi e sostenibile.

Il report propone anche varie raccomandazioni: tra queste di migliorare la promozione e la comunicazione del valore aggiunto di EUSAIR; sostenere la raccolta omogenea e uso di dati statistici, fondamentali per impostare politiche comuni; far fruttare i progetti di cooperazione territoriale finanziati dalla Commissione per generare politiche comuni; intensificare il rapporto tra portatori di interessi e governi dei paesi partecipanti.

Il paper è stato presentato ai 9 partner EUSAIR il 25 maggio alla riunione annuale del Governing Board di EUSAIR, coincisa con la chiusura dell’anno di presidenza slovena, che aveva tra le sue priorità il sostegno all’allargamento UE nei Balcani occidentali.

Al report finale ha lavorato un team di ricercatori coordinato da Luisa Chiodi direttrice di Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa e Raffaella Coletti senior researcher presso CeSPI. I ricercatori coinvolti sono stati Gentiola Madhi, Alfredo Sasso, Caterina Ghobert e Francesca Maria Rita. Ha dato il suo supporto con la sua pluriennale conoscenza di EUSAIR Andrea Stocchiero (CeSPI).