Nicole Corritore 27 gennaio 2015
Mostra Ebrei romeni, Trento - foto locandina.jpg

Per la prima volta esposte in Italia opere realizzate da artisti ebrei di Oradea, Romania, di cui alcuni non sopravvissero all'Olocausto. L'inaugurazione della mostra oggi a Trento, su iniziativa della Fondazione Caritro, Consolato Onorario della Romania e Museo Ţarii Crişurilor di Oradea

Fonte: Sentire e Trentino Cultura

Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, in collaborazione con il Consolato Onorario della Romania per il Trentino Alto Adige e il Museo “Ţarii Crişurilor” di Oradea (Romania), organizza la mostra dal titolo "Tra normalità e orrore: Artisti plastici ebrei di Oradea e il dramma dell’Olocausto” che rimane aperta al pubblico dal 27 gennaio al 1° marzo 2015 presso Palazzo Calepini (Via Garibaldi 33 – Trento).
Si tratta di una collezione di 66 quadri esposti in Italia per la prima volta. All'inaugurazione che si tiene oggi alle ore 10.00, saranno presenti: Michele Iori, Presidente della Fondazione Caritro, Maurizio Passerotti, Console Onorario della Romania per il Trentino Alto Adige, Aurel Chiriac, Direttore del Museo “Ţarii Crişurilor” di Oradea (Romania), Alessandro Andreatta, Sindaco di Trento. Ha assicurato la propria presenza anche S.E. George Gabriel Bologan, Console Generale di Romania in Italia.

“Organizziamo questa mostra - scrive il direttore del Museo di Oradea, Aurel Chiriac, nella presentazione - con le opere dei pittori ebrei reperibili nella collezione del Museo Ţarii Crişurilor di Oradea in un momento storico e in un clima sociale dove la normalità acquista significati sempre più imprecisi ed opachi, mentre l’orrore acquista significati sempre più perfidi ed inaspettati, che non avremmo neppure potuto immaginare pochi decenni fa. Alla fine, ogni mostra d’arte, come la nostra, propone spesso al visitatore percorsi secondari, che si nascondono dietro alle opere esposte: uno può essere quello biografico, un altro quello delle finalità morali o sociali oppure quello del recupero dell'artista".

Prosegue Chiriac: "Questa mostra vuole parlare di orrore all’interno della normalità, delle grandi vertigini della storia, della luce e delle tenebre nei destini individuali e collettivi, quando le degenerazioni ideologiche, sociali o religiose hanno il potere di metterti nella categoria 'di chi non deve esistere'. Vuole dimostrare che anche la storia dell’arte ha le sue fosse comuni, che non possono mai essere dimenticate. Soprattutto in questi tempi, quando ci accorgiamo che l’orrore ci circonda da tutte le parti, oggi anche con la variante del terrorismo internazionale. Proprio adesso, quando niente sembra più sicuro e normale o quando anche noi, in qualunque parte del mondo ci troviamo, viviamo l'angoscia di finire in quella tragica categoria 'di chi non deve esistere'."

Sei degli artisti plastici ebrei le cui opere vengono esposte, morirono durante l’Olocausto: Ernő Tibor, David Jándi, Jószef Klein, Ernest Grűnbaum, Barát Móric e Leon Alex. Molti di loro nacquero oppure studiarono arte ad Oradea, come Ernő Tibor, Leon Alex, Barát Móric, Ernest Grűnbaum. Furono inghiottiti senza aver avuto alcuna colpa, molti di loro nella piena creazione artistica, a causa di un odio che in quei tempi ossessionava l’Europa.

Alcuni di loro superando odio ideologico e religioso, continuarono a lavorare in Romania dopo la fine della seconda guerra mondiale, come per esempio alcuni dei più importanti pittori romeni del Novecento, Iosif Iser e M.H. Maxy. O come un altro protagonista importante dell’arte europea presente nella mostra, Victor Brauner, ebreo originario di Piatra Neamţ, che lasciò la Romania nel 1930 per stabilirsi a Parigi, dove morì nel 1966. Le opere in mostra presentano – benché in maniera non esaustiva – questo percorso: dalla normalità interbellica all’orrore e poi al ritorno alla vita normale attraverso l’arte, dopo che le cose sembrarono stabilizzarsi. E l'arte ripartì dopo una terribile malattia della storia, come l’Olocausto. Un miracolo.

La mostra rimane aperta dal lunedì al venerdì con orario 15.00-20.00; il sabato e la domenica con orario 10.00-18.00. Al mattino è possibile prenotare una visita guidata per le scuole. Una descrizione della mostra è fruibile, all’interno della stessa, grazie ai “tag” che, inquadrati con il telefonino, rimandano a un file audio di approfondimento.

Fondazione Caritro

tel: 0461 232050

e-mail: info@fondazionecaritro.it

web: http://www.fondazionecaritro.it/