Giorgio Di Giuseppe 18 marzo 2015

Le insistenti piogge di questo periodo hanno fatto letteralmente riemergere dal passato un antico corridoio. Ora gli esperti al lavoro per documentare quanto affiorato e proteggerlo

Secondo i primi dati diffusi dagli operatori turistico–museali, nel corso del 2014, Pola e i suoi monumenti sono stati visitati da 420mila persone. In particolar modo, i luoghi più visitati sono stati il Tempio d’Augusto con 16.354 presenze, risultato in netta crescita rispetto al 2013 quando si registrarono 12. 272 presenze, il patrimonio archeologico romano di periferia e la località di Nesazio, raggiunta da ben 7.654 villeggianti. A questi importanti risultati vanno aggiunti anche i 56.920 ingressi al Castello, sede del Museo storico navale dell’Istria e gli 80mila biglietti venduti dall’Acquario polese di Verudella.

Tuttavia il monumento più visitato è stata, ancora una volta l’Arena con 359.986 visitatori. Proprio in questi giorni, all’interno dell’antico Anfiteatro romano, a causa delle forti piogge, è riapparso il vecchio basamento. A darne notizia è stato, in una recente intervista, il direttore del Museo archeologico istriano, Darko Komso con queste parole: “Quello che possiamo osservare, in questi giorni, in Arena è una parte del corridoio radiale sovrastante le gradinate dell’anfiteatro, diventato oggetto di ricerche. La pioggia si era fatta talmente insistente che ad un certo punto ha cominciato a fare capolino il basamento originale sopra il quale poggiava la pavimentazione romana in pietra. Vedendo questo strato costituito da calcestruzzo e detriti di tegole si è deciso di aprire più quadranti e di approfittare dell’occasione fortuita regalata dalle avversità meteo. Ora l’obiettivo è chiaro: raccogliere informazioni sulla struttura al fine di conservarla meglio.”

In queste settimane i lavori hanno completamente denudato una superficie di corridoio originale lunga una trentina di metri, tutti da documentare nel prossimo periodo dopo due settimane di indagine accurata. Seguirà, come da programma, l’opera di copertura con strati di materiale d’isolamento idrico e fogli geo-tessili impermeabili, in base ad accordi da prendere con l’ufficio ministeriale alla sovrintendenza dei beni storico-architettonici.

“Questa pavimentazione del corridoio, ha continuato Komso, è molto ben conservata, ma non va lasciata in balia delle scarpe del pubblico dell’Arena nel XXI secolo. Il corridoio radiale risultava ricoperto da uno strato di terra spesso sui 30 centimetri. Da come si suppone, potrebbe trattarsi di materiale applicato e steso nel periodo italiano o semplicemente depositatosi durante gli ultimi decenni. Dopo aver grattato via queste scorie di polvere e prima ancora di seppellire, ha poi concluso Komso, si ha l’opportunità di compiere misurazioni, di analizzare il rapporto tra corridoi e le gradinate in pietra, con l’intonaco originale che si trova sulle strutture murarie, di studiare insomma come si lavorasse nell’era degli antichi agrimensori e delle misurazioni con strumenti talmente rudimentali al punto da riuscir a far durare l’architettura per più di due millenni.”