Passaporto ucraino - Wikimedia Commons

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Luce verde del parlamento europeo all'Ucraina sui visti: da giugno i cittadini dell'ex repubblica sovietica potranno viaggiare per affari o turismo - ma non lavorare - nei paesi UE senza procedure burocratiche. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [8 aprile 2017]

Non è ancora fatta, ma quasi: col “sì” a larghissima maggioranza del parlamento europeo, arrivato giovedì scorso, l'Ucraina è a un passo dall'ottenere il sospirato regime “visa-free” con i paesi dell'Unione europea.

La procedura, che richiede ulteriori approvazioni, tra cui quella del Consiglio dell'Unione europea, dovrebbe essere perfezionata entro giugno: a partire da allora 45 milioni di cittadini ucraini, o almeno quelli già dotati di passaporto biometrico, potranno entrare nell'Unione per turismo o viaggi d'affari e restarci fino a tre mesi senza richiedere il visto.

La decisione del parlamento di Bruxelles, appoggiata da 521 deputati (con 75 voti contro e 36 astenuti) segue di alcune settimane quella, simile, che aveva già aperto le porte ad un'altra repubblica ex-sovietica, la Georgia, ed è stata accolta con entusiasmo dal governo di Kiev.

Soddisfatto il presidente Petro Poroshenko che si è congratulato con i suoi concittadini, ma al tempo stesso ha invitato alla cautela, ricordando che la decisione non è ancora definitiva. Secondo Poroshenko, infatti in vari paesi dell'UE ci sarebbero “alleati di Putin” impegnati a far saltare l'accordo.

L'apertura sui visti rappresenta un'importante sostegno politico dell'UE all'Ucraina, impegnata dal 2014 in una guerra con le forze separatiste filo-russe nella regione del Donbass, e privata nello stesso anno della regione della Crimea, annessa da Mosca.

Nel caso di un forte aumento in Europa di richieste di asilo politico da parte di cittadini ucraini, l'accordo potrà però essere sospeso, su richiesta della Commissione o di una maggioranza qualificata di membri dell'Unione.

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