Un numero imprecisato di mine, eredità delle guerre degli anni '90, sono state spostate dalle acque torrenziali durante le recenti e devastanti alluvioni nei Balcani. Un pericolo reale per la popolazione di Bosnia, Croazia e Serbia. Il servizio di Francesco Martino per il GR di Radio Capodistria (24 maggio 2014)

I campi minati, una delle eredità più drammatiche lasciate dai sanguinosi conflitti che accompagnarono il disfacimento della Jugoslavia negli anni '90. Solo in Bosnia, le mine inesplose sono ancora più di 100mila e - dalla fine della guerra nel 1995 - l'esplosione accidentale di ordigni ha causato più di 600 morti e 1700 feriti.

Le devastanti alluvioni che hanno recentemente colpito Bosnia, Serbia e Croazia rischiano ora di riaccendere il pericolo: molte mine sono state spostate dalla rabbia dei fiumi e dalle innumerevoli frane, rendendo in gran parte vano il lavoro di localizzazione dei campi minati degli ultimi anni.

A rischio non solo la popolazione bosniaca, ma anche quella della Slavonia croata. Visto che molti ordigni sono di plastica e galleggiano, non è però escluso che mine siano state trasportate dai fiumi in piena fino al territorio serbo.

Per rispondere al pericolo, i centri di sminamento di Croazia, Bosnia e Serbia si sono riuniti ieri nella regione della Spačva croata. Secondo gli esperti, nei prossimi giorni la possibilità di esplosioni è alta. La situazione viene monitorata in attesa che, col rientro delle acque negli alvei dei fiumi, si possa tornare a lavorare sul terreno.

Il centro sminamento di Bosnia, dove i rischi sono più elevati, ha invitato i cittadini alla massima attenzione. In caso di individuazione di mine inesplose, l'invito è quello a segnalarne il sito ed avvertire le autorità. Assolutamente sconsigliato toccare o tentare di spostare gli ordigni.

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