ERT

La nuova tv pubblica greca EDT ha ripreso a trasmettere a due mesi dalla chiusura improvvisa dei canali della vecchia ERT. La ripresa parziale delle trasmissioni, però, non mette fine alle dure polemiche in Grecia su destino e ruolo dell'informazione pubblica. Il servizio di Francesco Martino per il GR di Radio Capodistria [23 agosto 2013]

 

La nuova tv pubblica greca EDT, che ha preso provvisoriamente il posto della vecchia ERT in attesa della creazione di una struttura riformata che dovrebbe chiamarsi NERIT, ha ripreso mercoledì a produrre informazione, con un programma dedicato alle notizie interne ed internazionali.

La ripresa dell'informazione non ha però messo fine alle infuocate polemiche scatenate in Grecia sulla questione tv, che avevano portato l'esecutivo di Atene ad un passo dalla crisi di governo.

La decisione ha infatti spinto la European Broadcasting Union, rete dei servizi pubblici europei, a non ritrasmettere più su internet e satellite i programmi prodotti dai dipendenti della “vecchia” emittente, che licenziati in massa si sono asserragliati nei propri studi continuando a trasmettere in questi mesi grazie alla sponda fornita dalla rete europea.

Nonostante la perdita del loro alleato più importante, i dipendenti “ribelli” hanno però annunciato che continueranno a informare i cittadini greci su internet.

Quasi seicento persone sono state assunte con contratto a termine per rimettere in onda la nuova emittente pubblica. La chiusura di ERT aveva però portato al licenziamento di tutti i 2700 lavoratori della tv pubblica ellenica.

Il premier greco Samaras aveva presentato la chiusura di ERT all'interno degli impegni presi da Atene con la troika FMI-UE-BCE, che prevedono il licenziamento di 13mila dipendenti pubblici entro la fine del 2014.

La decisione ha però sollevato una vera bufera: il governo parla di 200 milioni di euro l'anno di risparmio, ma la decisione di privare la Grecia del servizio pubblico ha scioccato il paese. Anche perché, come hanno fatto notare i critici, la tv pubblica continuava ad essere in attivo per decine di milioni di euro.

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