Sofia, Bulgaria - Pixabay

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Svolta violenta ieri sera nelle manifestazioni antigovernative in Bulgaria. La folla ha circondato il parlamento di Sofia, impedendo ai deputati e ministri, che avevano appena votato una controversa modifica al bilancio, di uscire dall'edificio. Il servizio di Francesco Martino per il GR di Radio Capodistria [24 luglio 2013]

 

E' stato un vero assedio quello di ieri sera nel centro di Sofia, con scontri tra manifestanti e forze di polizia e barricate improvvisate, protrattosi fino alle prime ore dell'alba di stamane.

Per la prima volta dall'inizio delle proteste antigovernative, che scuotono la Bulgaria da quaranta giorni, il livello delle tensione è salito fino allo scontro fisico, che ha lasciato una decina di feriti tra manifestanti e forze di polizia. L'ormai tradizionale protesta contro l'esecutivo di centrosinistra, guidato dal premier Plamen Oresharski, si è infatti trasformata in un vero accerchiamento del parlamento di Sofia, dove i deputati della fragile maggioranza avevano appena votato controverse modifiche al bilancio statale.

Quando la polizia ha provato senza successo a rompere l'assedio, verso le 22 ora locale, tentando di far uscire i deputati con un pullman, i manifestanti hanno opposto resistenza passiva, e si è arrivati allo scontro. I deputati hanno poi dovuto aspettare le 4 di stamattina, per poter uscire dal parlamento.

L'assedio di ieri segna una possibile svolta: la prospettiva di nuove elezioni anticipate in Bulgaria diventa sempre più realistica, in un clima di crescente tensione. Resta però poco chiaro quale sia il possibile sbocco dell'attuale stallo politico.

Le proteste, iniziate a giugno ad appena poche settimane dal giuramento del nuovo esecutivo e scatenate dalla nomina a capo dei servizi di sicurezza del discusso parlamentare Delyan Peevski, non si sono fermate dopo la sua rinuncia, assumendo un carattere sistemico.

Al cuore del malcontento c'è la corruzione diffusa, ma soprattutto il modello di potere oligarchico instaurato nel paese dall'inizio della transizione democratica, con la richiesta di istituzioni realmente aperte alle istanze dei cittadini.

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