Mirco Elena è tra gli animatori degli incontri annuali promossi in Trentino da Isodarco. Con lui abbiamo parlato del prossimo corso, dedicato a "Terrorismo, controterrorismo e diritti umani", dell'attività di Isodarco e di questioni relative all'area del Caucaso

11/01/2007 -  Davide Sighele

Isodarco ormai da molti anni promuove in Trentino una scuola internazionale, quali sono i soggetti animatori di quest'iniziativa?

Isodarco è un'iniziativa formativa che rappresenta una delle attività principali del gruppo italiano del Pugwash che è l'organizzazione che nel 1995 ha preso il premio Nobel per la Pace. Isodarco viene gestito dal punto di vista logistico-organizzativo con due sedi, una a Roma che è quella storica dove c'è il direttore, il professor Carlo Schaerf, che è un fisico e uno degli esponenti storici del Pugwash italiano e qui a Trento a partire dall'86 c'è stata prima una sede dell'USPID, Unione scienziati per il disarmo e poi negli ultimi anni c'è anche una sede di Isodarco. Queste sono le tre entità che contribuiscono con lavoro e risorse finanziarie alla realizzazione dei corsi.
Quanti ne sono stati realizzati sino ad ora?
Sino ad ora 20. Che hanno avuto un'evoluzione storica abbastanza evidente. Isodarco essendo frutto del lavoro essenzialmente di fisici si è caratterizzata all'inizio per un discorso connesso con la corsa agli armamenti, le nuove tecnologie, i sistemi di spionaggio e sistemi di esplosione. Con la scomparsa dell'Unione sovietica c'è stata un'evoluzione netta e si è in buona parte abbandonato, sopratutto negli ultimi anni, questo taglio tecnologico-scientifico per muoversi più in una prospettiva socio-economica di relazioni internazionali e quest'evoluzione è ben testimoniata dai titoli dei corsi che sono variati in maniera rileante. Siamo andati da tematiche legate al controllo degli armamenti sempre più verso tematiche connesse con la disintegrazione dell'Urss e alla dissoluzione della ex Jugoslavia. Da qui si è poi andati a toccare, direttamente nel 2001, anche la questione del Caucaso. In quell'anno il titolo del corso era: "Dal Caucaso alla montagne dell'Atlante, tensioni sul fianco meridionale dell'Europa".
Quest'anno invece il corso verte sul terrorismo ...
Negli ultimissimi anni ci si è occupati in maniera direi quasi esclusiva di questioni legate al terrorismo e quindi dopo il 2001 ci sono stati cinque corsi di fila dedicati a questo tipo di teamtica sopratutto considerando come le misure intraprese dai principali Stati coinvolti, Usa in primis ma anche Russia, hanno influito sui diritti civili, rapporti internazionali e quant'altro.

Ora il terrorismo sembra l'unica minaccia presente, sicuramente è una minaccia rilevante e con grande impatto mediatico ma non dimentichiamoci che ci sono alcuni dati numerici e fattuali che devono essere tenuti a mente: in questi anni i 3000-4000 morti che ci sono stati quali conseguenze degli atti terroristici "più di successo", per usare questo termine, sono nulla rispetto ad altri tipi di rischi con cui le nostre società sembrano essersi assolutamente assuefatte come ad esempio quelli dei morti per incidenti stradali: 20.000 all'anno nei paesi sviluppati. Piegare tutte le urgenze mondiali a questo scopo forse è poco logico.
Si è passati dal contesto della guerra fredda ad un contesto geopolitico diverso. I corsi di isodarco hanno però mantenuto una certa continuità geografica, prima l'Unione Sovietica, ora la Russia. Emerge anche dai nomi dei relatori invitati nell'ultimo corso, molti vengono da Centri studi di Mosca ...
Sì, anche perché la Russia nel bene o nel male è ancora una superpotenza. All'interno dei suoi confini si sono verificati una serie di eventi, e si verificano tutt'ora, che hanno una connessione diretta con la questione del terrorismo. I russi hanno fatto e stanno facendo in Cecenia una certa politica anche con la motivazione che è a loro avviso necessario per evitare che vengano fatti saltare in attacchi terroristici palazzi nel centro di Mosca ... possiamo essere scettici se questa sia la motivazione reale ma è sicuramente quella sbandierata e che i media di lì tendono spesso a prendere come oro colato. Si chiude un occhio e a volte due sui diritti umani a fronte di questo rischio "terroristico".
Negli ultimi anni c'è più attenzione da parte europea per l'area del Caucaso. Questo è certamente legato al fatto che i confini dell'Ue si stanno allargando e con il recente ingresso di Bulgaria e Romania sono arrivati sino al Mar Nero, ma non va dimenticato che il Caucaso è anche cruciale dal punto di vista delle risorse energetiche ...
A prescindere dalle questioni relative all'espansione dell'Unione europea verso est a mio avviso la questione energetica si è posta in questi anni con particolare veemenza. Si situa in quella tendenza che ha portato tra l'altro al conflitto in Iraq.

Le risorse energetiche si prospettano come il grande campo di scontro, non solamente tra Russia e Occidente ma anche tra le nazioni sviluppate che hanno bisogno di grosse quantità di energia e le nazioni che si stanno affacciando preopotentemente sui mercati internazionali come la Cindia, Cina e India.

Il Medioriente ha i suoi dramamtici problemi, e inoltre non vi sono fonti di energia non ancora scoperte, mentre tutt'altre prospettive vi sono nell'area geografica che parte dal Mar Caspio e si spinge verso oriente.

Il Caucaso - affacciandosi sul Mar Nero, essendovi in Turchia oleodotti e venendo costruiti nella parte meridionale dell'ex impero sovietico - diviene di fatto un nuovo stretto di Hormus, una specie di cancello. Le risorse di idrocarburi per arrivare in Europa devono passare da lì. Quell'area diventa assolutamente strategica. Ecco perché nessuno si può più permettere di dimenticarsi della polveriera caucasica e di tutti i suoi problemi. All'occidente serve un "ordine", per usare un termine brutale, che garantisca che nel prossimo futuro vi possano passare le risorse che a noi servono.
La Provincia Autonoma di Trento ha avviato da più anni, in paticolare rispetto all'area del sud est Europa ma non solo, progetti di cooperazione decentrata. Negli ultimi anni sono stati sostenuti progetti anche in Caucaso. Che senso ha, in un contesto geopolitico così complesso, che si attivi un ente locale?
Se posso essere brutale: sino a quando la Provincia ha disponibilità di risorse non vedo perché non impiegarle anche in progetti di solidarietà. Mi sembra una scelta politica opportuna. D'altra parte con il nostro patrimonio storico alla fine abbiamo qualcosa in più di molte altre zone per poter anche interagire con queste aree. Nella nostra Regione si è riuscito a garantire il passaggio dagli anni '60, in cui vi erano gruppi indipendentisti sudtirolesi che ricorrevano a mezzi estremamente violenti - ricordiamo ad esempio le bombe alla stazione dei treni di Trento - a una situazione in cui, al giorno d'oggi, questo discorso è stato assolutamente depotenziato.

Questo è stato senza dubbio un successo, anche se per onestà occorre sottolineare come non è escluso, nel caso non vi fossero più le stesse disponibilità economiche, che potrebbero riemergere. E' stato meglio spendere risorse in questo modo piuttosto che spendere quantità analoghe di risorse o forse superiori per militarizzare l'area per tenerla sotto il controllo di Roma. In questo senso è stata una politica saggia.

Dal momento in cui in una regione come quella del Caucaso rivendicazioni e amarezze storiche sono all'origine di un'incapacità di parlarsi, e non si ha il coraggio di guardare al futuro anziché rivolgersi costantemente al passato, forse in questo senso la Provicia autonoma di Trento un certo ruolo può averlo.
Ritornando sul corso che si terrà tra pochi giorni ad Andalo ... chi vi partecipa?
Abbiamo circa un centianaio di partecipanti. Sono persone di provenienza molto varia anche se hanno tutti una competenza in quest'area o hanno studiato questo tipo di tematiche. In generale, e questo è tipico di tutti i corsi di Isodarco, vi sono circa un 80% di partecipanti giovani quali neolaureati, laureati, dottorandi che per una settimana sono in contatto con relatori particolarmente esperti.

Il fatto di avere del tempo disponibile nel quale a livello informale possono proseguire discussioni e approfondimenti è una delle ricette che ha reso Isodarco un'iniziativa di successo nell'arco della sua storia. Un giovane che ha un'idea, un progetto, si trova fianco a fianco con persone che hanno grande esperienza quali ex ambasciatori, militari, tecnici, scienziati e può discutere con loro, ricevere idee.

E' una sorta di palestra in cui cervelli giovani e freschi ma senza esperienza vengono messi in contatto con chi di esperienza ne ha molta. Non è raro che ex corsisti, negli anni successivi siano poi tornati in veste di relatori. Il direttore di questo corso specifico, Mathew Evangelista, aveva partecipato nell'84 ad un nostro corso ed ora è responsabile del Dipartimento di questioni governative della Cornell University, Usa.


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