15 febbraio 2017

Il premio Nobel Orhan Pamuk ha confermato la notizia secondo la quale il quotidiano Hürriyet avrebbe censurato una sua intervista nella quale dichiarava che avrebbe votato "no" al referendum costituzionale

(Originariamente pubblicato da Bianet )

Lo scrittore turco premio Nobel Orhan Pamuk ha confermato che il quotidiano Hürriyet avrebbe censurato l'intervista nella quale lo scrittore dichiarava la propria intenzione di votare "No" al referendum sul sistema presidenziale previsto per il prossimo 16 aprile in Turchia. L'intervista, rilasciata da Pamuk all'inviata a Washington Cansu Çamlıbel, non è mai stata pubblicata. 

In una dichiarazione rilasciata alla Piattaforma contro censura e autocensura (susma24.com ), Pamuk ha confermato: “Sfortunatamente, la notizia è vera”.

Pamuk precisa che è stata la stessa giornalista a chiedere allo scrittore quale fosse la sua opinione in merito al referendum. "Ho risposto che avrei votato "No", e spiegato le motivazioni alla base di questa decisione. In seguito, ho constatato che l'intervista non è stata pubblicata".

Cansu Çamlıbel ha da poco sostituito il collega Tolga Tanış nella posizione di inviato a Washington per il quotidiano Hürriyet. La testata fa parte del gruppo editoriale Doğan Group, che ha recentemente licenziato il presentatore di Kanal D, İrfan Değirmenci, in seguito ad una sua dichiarazione nella quale si schierava a favore del "No". 

 

Ertuğrul Albayrak, il direttore del programma nel quale lavorava Değirmenci, ha presentato le proprie dimissioni in seguito al licenziamento del giornalista: "Mi è stato chiesto di rimanere, ma ho rifiutato. Ora la prospettiva più realistica è di trovarmi a servire hamburger in un fast food, ma ho deciso di vivere con onore. La nostra coscienza è pulita", ha dichiarato Albayrak.

Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del progetto European Centre for Press and Media Freedom, cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto