Il giornalismo nel conflitto

Fra guerra ibrida e libertà di pensiero, il ruolo dell'informazione indipendente: un bene comune e un valore delle democrazie e dei territori

CON:

CHRISTIAN ELIA – codirettore di QCode Mag, giornalista esperto di conflitti armati e sociali, EKATERINA ZIUZIUK – presidente di Articolo 21 del Trentino Alto-Adige e dell'associazione Bielorussi in Italia Supolka, PAOLA ROSÀ – coordinatrice del Media Freedom Resource Centre gestito da OBCT

MODERANO:

FRANCESCA CAPRINI – YAKU.EU e MATTIA PELLI – RADIOCURA

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Dopo due anni caratterizzati dall’esplosione del fenomeno dell’ infodemia – la circolazione di una quantità eccessiva di informazioni– legato alla pandemia da Coronavirus Covid19, siamo oggi alle prese con una quotidiana narrazione di guerra a causa del conflitto russo – ucraino: un’informazione di conflitto che tende a cedere alla propaganda bellicista e a narrare verità artefatte.

Dall’altra, un fronte sempre più variegato ed ampio di giornalismi indipendenti argina e combatte la perdita di democrazia e la criminalizzazione della società, costruendo un panorama antitetico alla stampa “embedded” e contribuendo alla resistenza dei popoli e dei territori.

Un giornalismo nel conflitto, che spesso richiede costi altissimi in termini di integrità, sicurezza, e della vita stessa.

Insieme ai giornalisti Christian Elia, per anni inviato di PeaceReporter ed esperto di Medio Oriente, Balcani e Mediterraneo, Ekaterina Ziuziuk, presidente di Articolo21 del Trentino Alto Adige e dell’Associazione bielorussi in Italia ” Supolka”, e Paola Rosà, coordinatrice del Media Freedom Resource Centre gestito da OBC Transeuropa, ragioneremo sul ruolo necessario dell’informazione indipendente anche in tempo di guerra, e sulla sua crescentecriminalizzazione, mettendoci a confronto con un sistema di potere che non accetta il contrasto alla narrazione dominante e che vuole nascondere i volti e le voci delle vittime delle tante guerre – militari, sociali, ambientali – in cui è immersa la nostra esistenza.

Paola Rosà racconterà inoltre di “Strategic lawsuits against public participation” (SLAPP), le cosiddette querele bavaglio, ovvero ogni abuso del diritto che serva a mettere a tacere le critiche, intimidire giornalisti, attivisti e difensori dei diritti umani. Tramite le lungaggini dei processi e le richieste di risarcimenti, il potente di turno – che si tratti di un politico, di un’azienda o di un colletto bianco – tenta di mettere il bavaglio alla partecipazione democratica.

E la testimonianza di MeltingPot Europa, ancora sotto processo per diffamazione a mezzo stampa per aver raccontato ancora una volta – come da 26 anni a questa parte, anche con il proprio portale – le violazioni dei diritti umani in materia di migrazioni e asilo.

moderano Francesca Caprini di Yaku.eu e Mattia Pelli, giornalista radiofonico della Radio Svizzera e codirettore di Radio Cura