La Siria, l’Abkhazia e Assad

In Siria è cambiato il regime, Assad non c’è più. Damasco ha riconosciuto il Kosovo, ma non ha intenzione per ora di disconoscere l’indipendenza dell’Abkhazia, riconosciuta per altro da solo da altri quattro paesi (Russia, Nicaragua, Venezuela, Nauru). Una panoramica dei rapporti tra Siria e Abkhazia

19/12/2025, Marilisa Lorusso
© znakki/Shutterstock

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Il nuovo regime di Damasco sta dando segni di discontinuità rispetto al precedente governo di Bashar al-Assad. Nel settore degli idrocarburi, in bilico fra progetti russo-iraniani e turco-azeri, sceglie questi ultimi, e non da ultimo ha recentemente riconosciuto il Kosovo. Tuttavia, sullo scacchiere caucasico rimane una questione non facile per Damasco: il rapporto con la Georgia a causa del riconoscimento dell’Abkhazia.

Nel maggio 2018 il governo Assad ha riconosciuto ufficialmente l’indipendenza dell’Abkhazia, evento che ha provocato la rottura delle relazioni diplomatiche con la Georgia. Da allora le relazioni abkhazo-siriane si sono consolidate con visite reciproche, missioni economiche e l’apertura dell’ambasciata abkhaza a Damasco nell’ottobre 2020.

L’allora presidente de facto abkhazo Raul Khajimba ha visitato Damasco nel settembre 2018, firmando con Assad un trattato di partenariato strategico. Il presidente Aslan Bzhania ha visitato la Siria nel maggio 2021, mentre nel dicembre 2023 il ministro degli Esteri Inal Ardzinba è stato ricevuto da Assad.

Nel 2024 è stata istituita la sezione consolare ed ha presentato le credenziali il nuovo ambasciatore abkhazo, Muhammad Ali. Ma nel dicembre dello stesso anno il regime di Bashar al-Assad è rovinosamente caduto.

Il post Assad

Per l’Abkhazia si è aperto un momento di incertezza sulle scelte del nuovo governo. Lo scorso settembre, parlando dei mesi seguenti il cambio di governo in Siria, il de facto vice ministro degli Esteri abkhazo Irakli Tuzba ha commentato: “Non è un segreto che la nostra società avesse preoccupazioni sulla possibile abolizione da parte della Repubblica araba siriana del riconoscimento della Repubblica di Abkhazia in relazione al cambio di potere in Siria nel dicembre 2024. Inoltre, siamo consapevoli dei tentativi della Georgia di contribuire a questo. Ai diplomatici abkhazi che si occupano di Siria sono stati assegnati diversi compiti: evitare il verificarsi di una situazione che porti alla revoca del riconoscimento; stabilire contatti solidi con la nuova leadership della Siria; e garantire il funzionamento regolare dell’Ambasciata dell’Abkhazia in Siria”.

Certamente è noto che già a gennaio 2025, immediatamente dopo il passaggio di consegne del governo a Damasco, le quattro principali forze di opposizione georgiane hanno rivolto un appello congiunto alle nuove autorità siriane, chiedendo al presidente Ahmed al-Sharaa di revocare il riconoscimento dell’Abkhazia e della regione di Tskhinvali (Ossezia del Sud) come stati indipendenti. Nella lettera, i firmatari hanno espresso sostegno per quella che definiscono la caduta della “dittatura di Bashar al-Assad” e la transizione verso una nuova governance in Siria.

“Il popolo georgiano sta combattendo pacificamente contro un regime dittatoriale sostenuto dal Cremlino”, si legge nel testo firmato dai partiti Movimento Nazionale Unito (UNM), Georgia Forte, Gakharia per la Georgia e la Coalizione per il Cambiamento. Le opposizioni hanno sottolineato che le regioni occupate della Georgia sono state riconosciute solo da pochi regimi autoritari filorussi – tra cui Venezuela, Nicaragua e Siria – e hanno invitato Damasco a rivedere le decisioni prese sotto Assad.

La lettera ha richiamato i secolari legami tra Georgia e Siria, affermando che un’inversione del riconoscimento sarebbe un passo importante per rafforzare relazioni fraterne e proficue tra i due Paesi.

Il nuovo governo siriano ha invece mantenuto una continuità rispetto al precedente e non ha fatto alcun passo indietro sul riconoscimento dell’Abkhazia. Il tutto circondato da un apparente silenzio del governo di Tbilisi, al di là delle iniziative dell’opposizione.

Nel maggio 2025 il ministro degli Esteri siriano e per i connazionali all’estero, Asaad al-Shaibani, si è congratulato con Oleg Bartsits per la sua nomina a ministro degli Esteri della Repubblica di Abkhazia, esprimendo speranza di poter rafforzare le relazioni bilaterali e approfondire la cooperazione in diversi settori. Nello stesso periodo i diplomatici dell’Ambasciata dell’Abkhazia a Damasco hanno partecipato a un torneo diplomatico di tennis da tavolo organizzato sotto l’egida del Ministero degli Esteri siriano.

A giugno l’ambasciatore abkhazo in Siria, Muhammad Ali, ha incontrato il ministro siriano dell’Istruzione superiore e della Ricerca scientifica, Marwan Al-Halabi, per discutere della collaborazione nel campo della ricerca scientifica tra i due Paesi. A novembre Ali ha visitato Aleppo dove ha incontrato il Direttore degli Affari Politici della provincia di Aleppo, Ibrahim Ibrahim. I due hanno discusso una serie di questioni, tra cui la comunità abkhazo-circassa che vive nella zona, una diaspora che risale ai tempi della conquista russa, da cui si era rifugiata in varie parti del medio oriente.

Ad agosto 2025, una delegazione abkhaza guidata da Bartsits ha preso parte alla cerimonia di apertura della 62ª Fiera Internazionale di Damasco, su invito del governo siriano e del presidente Ahmed al-Sharaa. L’Abkhazia è stata tra i venti Paesi partecipanti all’evento volto a promuovere la cooperazione economica e culturale internazionale.

Gli interessi

Proprio la partecipazione di una delegazione abkhaza alla 62ª Fiera Internazionale di Damasco ha fornito ulteriori opportunità di incontro con le autorità siriane, permettendo al governo de facto di consolidare la cooperazione bilaterale e di portarla a un nuovo livello con lo scopo di sfruttare soprattutto le potenzialità tra Abkhazia e Siria.

Le autorità de facto dell’Abkhazia hanno valutato la possibilità di stabilire collegamenti marittimi diretti con i porti siriani, come dichiarato da Teimuraz Mikvabia, ministro dell’Economia dell’Abkhazia in un’intervista all’agenzia TASS. Le parti hanno discusso e firmato diversi accordi a livello governativo e di agenzie, concentrandosi sul potenziale di transito dell’Abkhazia e sullo sviluppo delle infrastrutture di trasporto e logistica, incluse quelle portuali.

Mikvabia ha sottolineato che i collegamenti marittimi diretti potrebbero essere reciprocamente vantaggiosi, soprattutto considerando la produzione agricola della Siria. Ha aggiunto che, in futuro, sarà certamente affrontata anche la questione dei collegamenti aerei, dato che un aeroporto opera a Damasco e uno a Sukhumi. Solo che questo ultimo ha voli solo da e per la Russia, che rischiavano pure di essere sospesi con la fine della stagione turistica, perché rimane uno stato non riconosciuto e nessuna compagnia aerea non russa vi opera voli.

La Siria sarebbe uno dei pochi stati che potrebbe volare su questo presunto aeroporto internazionale. E sul riconoscimento Damasco per il momento non pare voler arretrare. A costo evidentemente di mantenere congelati i rapporti con la Georgia.