Georgia, un anno di proteste
Il 28 novembre del 2024 iniziavano le proteste di piazza nella capitale georgiana. Proteste che non sono cessate, nonostante la dura repressione e le leggi limitanti con cui i manifestanti si sono confrontanti in un anno intero

Tbilisi, Georgia, Durante una manifestazione del 2024 © Valeria Petrova/Shutterstock
Tbilisi, Georgia, Durante una manifestazione del 2024 © Valeria Petrova/Shutterstock
Un anno non stop: le proteste in Georgia sono iniziate il 28 novembre 2024, quando decine di migliaia di manifestanti si sono radunati a Tbilisi per contestare la decisione di sospendere i negoziati di adesione con l’Unione Europea decisa dall’appena insediatosi governo del Sogno Georgiano, dichiaratosi vincitore delle elezioni il mese prima.
La partecipazione è giunta al picco di circa 200.000 manifestanti. I metodi di protesta utilizzati sono variati nel tempo, man mano che le leggi si facevano più restrittive: marce, sit-in, blocchi stradali, occupazioni universitarie, uso di fuochi d’artificio, estesi alla capitale e altre città come Batumi, Kutaisi e Zugdidi.
Le forze dell’ordine hanno utilizzato gas lacrimogeni, cannoni ad acqua e proiettili di gomma, risultando numerosi casi di feriti e denunce di trattamenti degradanti, inclusa la tortura durante i fermi, le detenzioni e le condanne, che hanno portato la Georgia ad avere più prigionieri per motivi politici pro capite della Russia.
Per venerdì 28 novembre è in programma una nuova grande manifestazione per l’anniversario.
Le leggi anti-protesta
Il Sogno è ricorso a ogni tipo di strategia per fiaccare il morale dei manifestanti, sminuendo la portata della protesta, delegittimandone le cause, e mettendo in campo vari strumenti per punire, intimorire, dividere.
Tra dicembre 2024 e ottobre 2025, il Parlamento ha approvato diverse modifiche legislative alla Legge sulle assemblee e manifestazioni, al Codice penale e al Codice delle violazioni amministrative. Le nuove disposizioni introducono restrizioni arbitrarie per i partecipanti alle proteste, ampliano i poteri delle forze dell’ordine e aumentano le possibilità di arresti, perquisizioni, sequestri e responsabilità penale.
Le sanzioni previste, comprese la detenzione amministrativa e la reclusione, prevedono fino a 15 giorni per i manifestanti che coprono il volto o portano spray al peperoncino, e fino a 20 giorni per gli organizzatori, fino a 60 giorni per chi trasporta armi, fuochi d’artificio o oggetti pericolosi.
Centinaia di manifestanti sono stati arrestati e su oltre 60 persone sono state avviate indagini penali.
Le nuove leggi, insieme alla diffusione di disinformazione, alla stigmatizzazione delle organizzazioni della società civile e al blocco delle risorse finanziarie, minacciano la capacità dei cittadini di organizzarsi.
La società civile
È infatti deteriorata la situazione per le organizzazioni della società civile. Il nuovo quadro legislativo, caratterizzato da misure punitive e requisiti burocratici opprimenti, ha creato un clima di intimidazione che mette a rischio l’esistenza stessa del settore.
Tra le norme più controverse figura la legge sugli “agenti stranieri” la FARA, approvata ad aprile 2025, che obbliga individui e associazioni a registrarsi come tali e a rendere pubblica ogni fonte di finanziamento estero, con pesanti sanzioni per chi non si conforma, incluse responsabilità penali e sospensioni forzate. La necessità di etichettare ogni comunicazione come proveniente da un “agente straniero” contribuisce a un forte processo di stigmatizzazione pubblica.
Ulteriori restrizioni riguardano il sistema dei finanziamenti: le modifiche alla legge sulle sovvenzioni limitano drasticamente l’accesso ai fondi internazionali e introducono controlli governativi preventivi, scoraggiando soprattutto le organizzazioni locali che dipendono da tali contributi.
L’effetto cumulativo di queste norme e la così detta “legge russa” (maggio 2024) stanno mandando sul lastrico il settore dell’associazionismo.
Contemporaneamente, si registrano episodi crescenti di minacce, vandalismi, controlli giudiziari e blocchi bancari, accompagnati dall’abolizione dei meccanismi istituzionali di consultazione con le ONG, che escludono formalmente la società civile dal processo legislativo.
I partiti di opposizione
È certamente esclusa dal processo legislativo l’opposizione, che non ha mai preso posto nei banchi di un parlamento ritenuto illegittimo, e che è oggetto di indagini e carcerazioni. Tra giugno e luglio otto esponenti dell’opposizione sono stati arrestati per periodi compresi tra sette e otto mesi, con un divieto di ricoprire incarichi pubblici per i due anni successivi.
Questi provvedimenti sono stati adottati dopo il rifiuto dei politici di comparire davanti a una commissione parlamentare d’inchiesta istituita a febbraio 2025 per indagare sulle attività di funzionari collegati al governo guidato dal Movimento Nazionale Unito (UNM) dal 2003, ma il suo operato è stato percepito come strumentale e mirato a ostacolare le figure dell’opposizione.
In settembre, due dei detenuti sono stati graziati dal Presidente della Georgia, mentre sugli altri leader dell’opposizione gravano pene detentive fino a 15 anni. Le azioni della commissione e le misure giudiziarie conseguenti mostrano un uso politicizzato del sistema giudiziario.
Il divieto biennale di ricoprire incarichi pubblici costituisce una pressione significativa sul pluralismo democratico. Il passaggio seguente è l’intervento della Corte Costituzionale contro i partiti di opposizione che il Sogno ha dichiarato di voler sciogliere e rendere illegali. Tutto lo “UNM collettivo” potrebbe finire bannato, e con le recenti modifiche normative, anche eventuali nuovi partiti che lo possano ricordare o ne possano contenere membri, il che potrebbe effettivamente privare centinaia di persone dei diritti politici.
Media
Società civile, opposizione, ma anche e forse soprattutto i media: tra il 29 novembre 2024 e il 4 giugno 2025 sono stati segnalati oltre 150 casi di interferenza nell’attività giornalistica, inclusi intimidazioni, discorsi d’odio, violenza fisica.
Numerosi giornalisti sono stati multati amministrativamente o arrestati mentre svolgevano il loro lavoro. Fra tutti, Mzia Amaglobeli, fondatrice del sito online Batumelebi, arrestata durante le proteste e condannata a due anni di carcere. Dal punto di vista legislativo, la legge sulla “registrazione degli agenti stranieri” ha introdotto sanzioni fino a cinque anni di carcere per chi non si registra, rendendo giornalisti e attivisti più vulnerabili. Anche la “legge russa” è prevalentemente incentrata sull’attività dei media.
Ad aprile il Parlamento ha modificato la legge sulla radiodiffusione vietando ai broadcaster audiovisivi qualsiasi finanziamento diretto o indiretto da entità straniere, anche sotto forma di equipaggiamento o formazione.
In un paese in cui non si fa cassa con le pubblicità e per cui il sostegno estero è fondamentale, tali norme, insieme alle restrizioni sui finanziamenti internazionali imposte dalla legge sulle sovvenzioni, sono pressoché una pietra tombale.
A giugno 2025 sono state approvate modifiche alla legge sulla libertà d’espressione, che riducono le tutele per fonti riservate e la segretezza professionale, invertendo l’onere della prova nei casi di diffamazione e indebolendo la protezione dei giornalisti. Nel frattempo, il regolatore delle comunicazioni GNCC ha acquisito nuovi poteri per multare ed eventualmente revocare le licenze a emittenti giudicate “inaccurate”.
All’arrembaggio delle istituzioni
È tutto il sistema Stato a essere sotto la pressione del Sogno.
Le modifiche legislative del dicembre 2024 alla Legge sul servizio pubblico cambiano l’assetto della pubblica amministrazione, indebolendo le tutele dei dipendenti pubblici contro pressioni politiche e compromettendo la meritocrazia a favore della fedeltà politica.
I diritti dei funzionari, inclusa la possibilità di ricorso legale, sono stati ridotti, centinaia di dipendenti sono stati licenziati o non hanno visto rinnovati i loro contratti.
L’abolizione dell’Ufficio Servizio Pubblico nell’aprile 2025 ha trasferito alcune funzioni al dipartimento delle risorse umane sotto l’Amministrazione del Governo. Man mano gli organi indipendenti di garanzia spariscono, venendo accorpati a ministeri o organi già sotto il controllo del Sogno.
In un anno la temuta “bielorussificazione” della Georgia è avanzata ferocemente.
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