Transnistria, prigionieri politici ed elezioni

Il giorno in cui è stato liberato l’attivista civico e difensore dei diritti umani Vadim Pogorlețchi dopo tre anni di carcere, moriva Ilie Ilașcu prigioniero politico di Tiraspol negli anni Novanta. Tutto ciò accade a ridosso delle elezioni per il Soviet supremo della Transnistria

26/11/2025, Gian Marco Moisé Chișinău
Casa del Soviet a Tiraposl, Transnistria © trabantos/Shutterstock

Casa del Soviet a Tiraposl, Transnistria © trabantos/Shutterstock

Casa del Soviet a Tiraposl, Transnistria © trabantos/Shutterstock

Il 17 novembre, l’attivista civico e difensore dei diritti umani Vadim Pogorlețchi è stato rilasciato dopo una detenzione di oltre tre anni in Transnistria. Questo avviene a 20 giorni dall’intervento della Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU): il 27 ottobre 2025, la CEDU aveva aperto un secondo caso Pogorlețchi contro la Repubblica di Moldova e la Federazione Russa.

Il caso Pogorlețchi

Nato a Tiraspol nel 1968, Vadim Pogorlețchi è un attivista civico e difensore dei diritti umani. Noto per il suo atteggiamento critico nei confronti del regime di Tiraspol, tra il 2000 e il 2008 fu direttore di pubblicazioni sociopolitiche che documentavano la regione. Già tra il 2010 e il 2015, Pogorlețchi fu detenuto illegalmente per via delle sue critiche. A seguito di un ricorso individuale, già nel 2019 Pogorlețchi aveva ottenuto presso la CEDU una condanna della Federazione Russa (che però da fine 2022 non è più parte del Consiglio d’Europa o della Convenzione Europea per i Diritti Umani), ritenuta responsabile per il “controllo effettivo” esercitato sull’amministrazione de facto della Transnistria.

Il 25 agosto 2022, Vadim Pogorlețchi fu nuovamente detenuto a Tiraspol per aver fotografato un’unità militare. Lo stesso giorno le strutture di sicurezza lo avevano accusato di disobbedienza e lo avevano portato davanti a un tribunale che lo ha poi arbitrariamente condannato a 7 giorni di arresto. Successivamente, il suo caso fu inasprito e le accuse furono cambiate in “alto tradimento” e “negazione del ruolo positivo delle forze di pace russe”. Nell’agosto 2025, in un processo a porte chiuse, Vadim Pogorlețchi venne condannato a 16 anni di carcere dal tribunale di Tiraspol.

Durante la sua seconda detenzione, tra il 2022 al 2025, Pogorlețchi è stato tenuto per lunghi periodi in isolamento, in spazi sovraffollati, senza luce naturale né ventilazione adeguata, e in stanze non riscaldate infestate da muffe e parassiti. Il suo fascicolo era classificato, così che nemmeno il suo avvocato poteva ottenere informazioni complete sulle accuse o sullo stato del procedimento. Per quasi tre anni, Vadim Pogorlețchi è stato tenuto in completo isolamento dal mondo esterno, senza che gli fosse consentito alcun contatto con la famiglia o la società civile.

Lutto nazionale per la scomparsa di Ilie Ilașcu

Nello stesso giorno del rilascio di Pogorlețchi è morto Ilie Ilașcu, prigioniero politico di Tiraspol negli anni Novanta. Nato il 30 luglio 1952 a Taxobeni, Ilașcu fu uno dei fondatori del Movimento di Liberazione Nazionale della Bessarabia quando 35.000 (su 200.000) abitanti di Tiraspol di etnia romena non avevano accesso a scuole né asili che insegnassero nella loro lingua.

Fu anche presidente del Fronte Popolare della Moldova. Nel 1992, Ilașcu partecipò alle battaglie armate sul fiume Dniestr/Nistru in qualità di comandante delle truppe speciali del Ministero della Sicurezza Nazionale della Repubblica di Moldova. Ilașcu e la sua unità speciale combatterono dietro il fronte e inflissero pesanti perdite alla 14ª Armata della Federazione Russa e alle bande cosacche giunte in Transnistria per combattere i moldavi.

Tra il 2 e il 4 giugno 1992, Ilie Ilașcu, Andrei Ivanțoc, Alexandru Leșco, Tudor Petrov Popa, Petru Godiac e Valeriu Garbuz furono arrestati nelle loro case a Tiraspol da individui che indossavano uniformi con le insegne della 14ª Armata dell’ex URSS e furono accusati dalle autorità della Transnistria di crimini di guerra e atti di terrorismo.

Ilie Ilașcu fu l’unico ad essere condannato a morte, ma fu anche l’unico che, durante la detenzione, divenne membro del Parlamento di Chișinău (in due legislature, nel 1994 e 1998), e poi membro del Parlamento romeno. In quanto parlamentare europeo illegalmente detenuto a Tiraspol, la questione di Ilie Ilașcu e del suo gruppo fu discussa nelle più alte sedi europee e, dopo 9 anni di detenzione, fu rilasciato. Anche il caso Ilașcu fu discusso alla CEDU nel 2004. Ilie Ilașcu si stabilì in seguito a Bucarest dove fu anche senatore.

Nel 2001, Ilie Ilașcu fu insignito dal Presidente romeno Ion Iliescu dell’Ordine Nazionale “Stella di Romania”. Il 2 agosto 2010, i membri del “Gruppo Ilașcu” furono insigniti dell'”Ordine della Repubblica” dal Presidente ad interim della Repubblica di Moldova, Mihai Ghimpu. Il 20 novembre scorso, la Repubblica di Moldova ha osservato il lutto nazionale.

Le “elezioni” in Transnistria

Tutto questo avviene a soli pochi giorni dalle elezioni per il “Soviet Supremo” della Transnistria (30 novembre), composto da 33 deputati eletti in collegi uninominali. Come le precedenti, anche queste elezioni non riconosciute si annunciano senza una vera competizione.

Attualmente, la Transnistria è di fatto amministrata dal partito di “Rinnovamento”, controllato da Sheriff (holding controllata da Victor Gușan), che occupa 29 dei 33 seggi. Vadim Krasnoselsky è considerato un protetto della holding e gode del pieno sostegno di “Rinnovamento”.

Le scorse elezioni del Soviet sono state caratterizzate da un’affluenza alle urne al 27,7% degli aventi diritto. Questa volta, con l’obiettivo di portare più persone alle urne, Sheriff ha promesso di erogare 200 rubli a tutti i pensionati della regione in occasione delle festività di Capodanno e Natale. In totale, si prevede che 150.000 persone si divideranno 30 milioni di rubli transnistriani, equivalenti a oltre 30 milioni di lei moldavi (circa 1.5 milioni di euro).

La repubblica non riconosciuta è presidenziale, il che significa che il presidente ha poteri molto più ampi rispetto al parlamento locale, motivo per cui le prossime elezioni del Soviet Supremo non modificheranno gli equilibri di potere. Più importanti saranno le elezioni “presidenziali” del 2026, dal momento che Krasnoselsky, alla fine del suo secondo mandato, non potrà ricandidarsi. Dopo Smirnov, tradizionalmente la presidenza della Transnistria è stata vinta dai presidenti del Soviet Supremo: queste elezioni potrebbero essere interessanti per capire chi guiderà la repubblica de facto dal 2026.

Commenta e condividi

La newsletter di OBCT

Ogni venerdì nella tua casella di posta