Moldova, il nuovo governo
A fine ottobre il nuovo esecutivo della Moldova ha ottenuto la fiducia del Parlamento: il neo primo ministro Alexandru Munteanu ha presentato il suo programma “UE, pace, sviluppo”, orientato a crescita economica, efficienza ed integrazione europea

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Il primo ministro moldavo Alexandru Munteanu © Victor Mogyldea/Shutterstock
Il 31 ottobre 2025, il governo guidato da Alexandru Munteanu ha ricevuto il voto di fiducia dai 55 deputati della maggioranza parlamentare, i 53 membri del Partito d’Azione e Solidarietà e i due indipendenti, Dinu Plîngău e Stela Macari. Su un totale di 101 deputati del Parlamento moldavo.
Nel suo discorso alla sessione plenaria del Parlamento, il nuovo primo ministro ha presentato il programma di governo intitolato “UE, pace, sviluppo”, orientato alla crescita economica, all’efficienza e all’integrazione europea. “La direzione indicata dai cittadini è il futuro europeo, una vita migliore e la sicurezza per ogni famiglia. L’obiettivo del governo è che l’adesione all’Unione Europea porti benefici concreti ai cittadini, ancor prima del completamento del processo formale”, ha detto Munteanu.
UE, pace, sviluppo
Il programma è molto ambizioso: il governo ha promesso di stimolare investimenti fino a 4 miliardi di euro, sostenere 25.000 imprese, e promuovere i prodotti moldavi con un più ampio accesso ai mercati europei. Munteanu ha anche promesso di alzare il salario minimo e far crescere quello medio moldavo da 10 a 25 mila lei (ovvero da circa 500 a 1200€).
Il nuovo governo intende inoltre investire almeno 6 miliardi di lei in asili, scuole e università, raddoppiare le borse di studio per alunni e studenti, modernizzare gli ospedali, completare la valutazione di giudici e pubblici ministeri e combattere la corruzione. Per quanto riguarda l’integrazione europea, le autorità mirano a completare i negoziati di adesione entro il 2028.
Nei prossimi anni, una priorità per la Repubblica di Moldova sarà anche la piena interconnessione con il mercato energetico dell’UE. Le autorità prevedono di proseguire e sviluppare i programmi “Villaggio Europeo” e “Corte Europea”, con investimenti di almeno 9 miliardi di lei nelle comunità di tutto il Paese, la modernizzazione di un massimo di 3.000 km di strade nazionali e regionali e l’avvio della costruzione di 4 ponti sul Prut (verso la Romania).
In conclusione, Munteanu ha chiesto ai parlamentari: “Come vogliamo noi, cittadini della Repubblica di Moldova, parlare del nostro Paese tra qualche anno? Come vogliamo che gli altri parlino della Moldova? E quale Paese vogliamo lasciare ai nostri figli e nipoti? Siamo pronti a lavorare affinché le risposte a queste domande diventino realtà. Vi invito a unire le forze per il bene, la prosperità e il cammino europeo della Repubblica di Moldova.”
Gli auspici di Sandu
Sabato primo novembre, il nuovo governo ha prestato giuramento in presenza della Presidente Maia Sandu, e del Presidente del Parlamento Igor Grosu. Sandu si è congratulata con i nuovi membri del Governo e ha sottolineato che la nuova squadra di governo entra in carica in un momento decisivo per il Paese: “Dopo anni in cui abbiamo dovuto gestire molteplici crisi e sfide, abbiamo bisogno, a partire da oggi, di un governo che si concentri maggiormente sullo sviluppo, che completi la trasformazione della Repubblica di Moldova in un moderno Stato europeo”.
Il capo dello Stato ha anche sottolineato l’importanza di accelerare lo sviluppo economico: “Abbiamo bisogno di misure coraggiose per garantire lo sviluppo economico attraendo investimenti, aumentando la competitività e la produttività, perché solo così possiamo migliorare il tenore di vita delle persone”.
Il nuovo governo
Dei 16 membri del nuovo governo, metà faceva parte anche del precedente esecutivo. Tra gli elementi di continuità con il governo Recean ci sono: Dorin Junghietu, nominato ministro dell’Energia; Dan Perciun, che mantiene la carica di ministro dell’Istruzione; Ludmila Catlabuga, che resta ministro dell’Agricoltura e dell’Industria Alimentare; Mihai Popșoi, ancora ministro degli Affari Esteri; Vladimir Bolea, rinominato ministro delle Infrastrutture e dello Sviluppo Regionale; Daniella Misail-Nichitin, di nuovo ministro degli Interni; e Cristina Gherasimov, che continua nel suo ruolo di Vice Primo ministro per l’Integrazione Europea.
Tra i nuovi ministri figurano: Eugen Osmochescu, che per anni ha coordinato un progetto della International Finance Corporation, al Ministero dello Sviluppo Economico e della Digitalizzazione; Andrian Gavriliță, con oltre 20 anni di esperienza nel campo economico e competenza in politiche pubbliche, alla guida del Ministero delle Finanze; Natalia Plugaru, esperta nel campo delle politiche sociali e della tutela delle persone vulnerabili, è il nuovo ministro del Lavoro e della Protezione Sociale; Emil Ceban lascerà l’incarico di rettore dell’Università statale di medicina e farmacia “Nicolae Testemițanu” per diventare ministro della Salute.
Anatolie Nosatîi, un ufficiale di carriera dell’Esercito Nazionale, è il nuovo ministro della Difesa; formatosi presso la Federal Investigation Academy dell’FBI, Vladislav Cojuhari passerà dalla carica di Segretario generale del Ministero degli Interni a quella di ministro della Giustizia; anche Cristian Jardan cambierà ruolo, da consigliere politico nel gabinetto Recean a ministro della Cultura; Gheorghe Hajder, da Segretario di Stato diviene ministro dell’Ambiente; Valeriu Chiveri, diplomatico di carriera, è proposto per la carica di Vice Primo Ministro per la Reintegrazione.
Le sfide
Il nuovo governo inaugura la sua prima settimana non senza sfide: Munteanu e il ministro dell’Energia Junghietu stanno temporeggiando sulla questione delle sanzioni americane ai gruppi petroliferi russi Rosneft e Lukoil. Dopo aver gestito il pesante riorientamento delle infrastrutture elettriche e del gas, il governo Recean aveva deciso di evitare la questione Lukoil nonostante la guerra in Ucraina duri da più di tre anni. Ma con le sanzioni disposte il 22 ottobre, Lukoil ha annunciato di voler vendere tutti i suoi beni all’estero, mettendo il nuovo governo moldavo in una posizione difficile.
Infatti, Lukoil-Moldova ha il monopolio dell’aeroporto, dove possiede anche l’infrastruttura di rifornimento degli aerei, e circa 110 stazioni di rifornimento di carburante per auto sulle circa 570 esistenti del paese. Munteanu ha detto di voler procedere con cautela per evitare di lasciare il paese senza carburante.
Infine, l’appena insediatosi ministro della Salute Ceban dovrà gestire le conseguenze di un caso giudiziario in Romania. La mattina del 5 novembre, a Bucarest sono state effettuate perquisizioni che hanno preso di mira 12 medici che avrebbero chiesto al Ministero della Salute romeno il riconoscimento degli studi di specializzazione completati in Repubblica di Moldova.
L’indagine suggerisce che i tirocini di specializzazione che richiedono la presenza fisica obbligatoria presso le strutture cliniche universitarie non avrebbero avuto luogo. Durante quel periodo, i medici si sarebbero trovati in Romania, dove lavoravano a tempo pieno e venivano retribuiti.
Emil Ceban, che è da poco ex rettore dell’Università di Medicina, si è limitato a dire che non è possibile ottenere diplomi in maniera fraudolenta ma che aspetta con ansia i risultati dell’indagine in Romania.
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