Articolo interessante, ma dalle conclusioni discutibili.
Come può pensare l'UE di avvicinare a sé la Serbia continuando a castrare ogni sua richiesta e ambizione, anche quando quest'ultima cerca con tutte le difficoltà del caso il dialogo e l'apertura?
Garantendogli poi in cambio non si sa bene cosa né tanto meno quando...
E' naturale che poi Tadic venga criticato e voci più radicali della sua tornino ad essere ascoltate.
Come può lo status del Kosovo continuare a influire decisamente sull'entrata nell'Unione della Serbia?
Qual è il nesso?
Perché questa rigidità non è stata applicata nei confronti di altri paesi?
Perché l'UE non tende finalmente e in modo fermo la mano a Belgrado?
Le uniche conseguenze di questo procrastinare, subordinare ogni cosa a condizioni sempre diverse e nuove, saranno quelle di allontanare la Serbia e di disilludere (più di quanto già non siano) i serbi sull'ingresso nell'Unione Europea e sui reali costi-benefici che ne trarranno.
Oltretutto, è facile riempirsi la bocca di belle parole sul Kosovo libero, indipendente,ecc, quando poi nessuno ha ancora ben chiaro come questo pezzetto di terrà farà a sopravvivere da solo e magari senza il ricco mensile dell'UE.
L'unica cosa evidente (da tempo) in tutta questa vicenda è che Europa e Stati Uniti si sono spinti troppo oltre e ora, per evitare clamorose quanto disastrose inversioni, sono costretti a difendere le loro scelte con ogni mezzo.
Nel caso europeo, continuando ad agitare davanti al naso serbo la carota dell'adesione, fissata per un'ipotetica data sempre più lontana.