Cecilia
(18/06/2010 17:30)
Mi chiedevo, a volte, scorgendo la copertina dell'Odissea nella mia libreria, cosa facesse oggi e dove fosse quell'attore per me allora sconosciuto, avrò avuto 15-16 anni, che aveva dato un volto davvero classico, evocativo ed intenso, ad uno degli eroi della mia cultura, quell'Ulisse che Dante ci ha indicato come modello di instancabile ricerca, di aspirazione alla casa e insieme al mondo, di uomo moderno, inquieto e coraggioso. Ecco, oggi lo so, e soffro, per la morte di un uomo che ha accompagnato
in sottofondo, come vera e propria immagine di Ulisse, come se Ulisse fosse davvero lui, la mia vita. Era bello e per noi ragazze, un uomo bello e non americano era davvero un'eccezione! Ed era affascinante, con quella forza che gli dava il suo scopo, tornare ad Itaca, e l'ansia che gli veniva nello stesso tempo dall'impossibilità di trovare pace in questo ritorno, anche se questo nello sceneggiato non so se ci fosse. Adesso che conosco un po' la Serbia, che sono stata in Kosovo e ho seguito le tragedie degli anni '90, mi rendo conto di quanto possa avere sofferto lui, che rappresentava, incarnava la possibilità di essere "jugoslavi"...
Grazie per avercelo detto, fate sapere alla famiglia che non ci siamo dimenticati di lui.
Cecilia