Мanifestazione di sostegno a Călin Georgescu - © LCV/Shutterstock

Мanifestazione di sostegno a Călin Georgescu - © LCV/Shutterstock

Si avvicinano le nuove elezioni presidenziali in Romania, dopo quelle contestate ed annullate dello scorso dicembre. Un momento cruciale per il paese, sottolineato dai tentativi di riapertura del dialogo con Washington, punto di riferimento di Bucarest nel campo sicurezza

17/04/2025 -  Mihaela Iordache

Dopo un periodo di tensioni politiche tra Washington e Bucarest, una delegazione del Congresso americano è arrivata nella capitale romena per dialogare con le autorità romene, che hanno provato a spiegare perché le elezioni presidenziali romene sono state annullate lo scorso dicembre.

La visita della delegazione bipartisan del Congresso americano arriva alla vigilia delle nuove consultazioni, che si terranno il 4 e 18 maggio prossimi.

Ma gli argomenti trattati sono stati multipli: a guidare la missione è stato il repubblicano Vern Buchanan, presidente della Commissione "Partnership for Democracy" della Camera dei Rappresentanti. Al suo fianco, altri otto membri: quattro repubblicani e quattro democratici.

A Bucarest si sono svolti una serie di incontri formali e informali con il presidente ad interim Ilie Bolojan, con il premier Marcel Ciolacu e con rappresentanti del Parlamento, culminati in una discussione riservata a Villa Dante — residenza ufficiale per incontri diplomatici dell’ambasciatrice USA.

Secondo indiscrezioni riportate dalla stampa locale, il dialogo “riservato” sarebbe stato "cordiale ma diretto", con alcune "frecciatine" ironiche sulla democrazia romena e lo stato attuale delle procedure elettorali, scrive “Libertatea”.

L’annullamento delle elezioni presidenziali del dicembre 2024, a causa di “ingerenze russe” e di manipolazioni mediatiche, è tuttora una ferita aperta per la democrazia e la politica romena.

La nuova amministrazione americana, in particolare il vicepresidente JD Vance, ha espresso critiche contro l’annullamento, invocando allo stesso tempo valori comuni che devono essere rispettati.

Negli ultimi mesi il dialogo tra Washington e Bucarest si è fatto sempre più difficile: è per questo che l’arrivo della delegazione USA ha riacceso le speranze della leadership romena, nonostante il rapporto finale degli ospiti deve ancora arrivare.

Intanto le autorità romene spiegano che le istituzioni di Bucarest hanno la capacità di garantire un voto equo, libero e trasparente il 4 e 18 maggio, quando si svolgeranno i due turni delle nuove elezioni presidenziali.

Elezioni che si svolgeranno senza Călin Georgescu, il candidato di estrema destra che aveva vinto il primo turno delle passate consultazioni prima di essere escluso dalla competizione elettorale.

Una partnership strategica

“Siamo qui per rafforzare il nostro rapporto e portarlo al livello successivo. Sono numerose le aziende che vengono qui e creano posti di lavoro. Vogliamo più posti di lavoro ben retribuiti e più aziende qui, ed è per questo che siamo venuti. Abbiamo qui otto membri del Congresso. Di solito non abbiamo delegazioni così numerose: questo paese è importante per noi e per l'UE”, ha dichiarato Buchanan.

Rassicurazioni sono arrivate anche da palazzo Cotroceni, sede della presidenza romena, dove il presidente ad interim Ilie Bolojan ha ricevuto la delegazione americana: “Abbiamo concordato di intensificare i nostri sforzi per continuare a sviluppare e far progredire il nostro partenariato strategico, in particolare nella cooperazione in materia di difesa, nei rapporti commerciali e negli investimenti", ha dichiarato Bolojan.

Il premier Marcel Ciolacu ha voluto sottolineare il fermo impegno del governo nel difendere la democrazia, l'orientamento euro-atlantico della Romania, nel garantire l'equità e la trasparenza dei processi democratici, nonché nel garantire la libertà di espressione.

Ciolacu ha insistito di nuovo sulla possibilità che i romeni possano viaggiare liberalmente negli USA.

La Romania è infatti uno dei pochi paesi UE i cui cittadini devono ancora ottenere un visto per entrare negli Stati Uniti, nonostante l’alleanza strategica e la presenza di forze americane sul suolo romeno, in particolare nella base militare di Mihail Kogălniceanu sul Mar Nero, elemento strategico per il fianco orientale della Nato.

La dimensione geopolitica della visita ha un significato particolare nel contesto della guerra in Ucraina, che ha trasformato il Mar Nero in un’area di confronto strategico.

I timori romeni rispetto alle garanzie di sicurezza americane si confrontano però oggi con i timori americani per le garanzie di democrazia in Romania.

Washington chiede che le regole di democrazia vengano rispettate. Sempre in nome della democrazia, anche le autorità di Bucarest spiegano l’annullamento delle elezioni.

Intanto la stabilità politica romena può inclinare l’ago della bilancia nei rapporti di sicurezza euro-atlantici. In questo contesto, gli USA guardano con attenzione ai segnali che arriveranno dalle urne a maggio.

Le sfide per Bucarest non sono poche. Per ragioni interne ed esterne la Romania dovrà garantire elezioni corrette e affidabili, che non offrano spazio a nuove accuse di manipolazione.

Dall’altra, mantenere il dialogo aperto con gli Stati Uniti su questioni come la cooperazione militare o il visto d’ingresso rappresentano altri aspetti da continuare ad approfondire.

Il governo guidato da Marcel Ciolacu, formato da socialdemocratici, liberali e rappresentanti della minoranza ungherese, è in calo nei sondaggi e punta a giocarsi la carta della credibilità internazionale per rilanciare la propria immagine.

Per questo la visita dei membri del Congresso viene interpretata come un atto di apertura. L’opposizione accusa però l’esecutivo di usare la visita per fini elettorali interni, ora che è in corso la campagna elettorale.

Il segnale che arriva da Washington è un invito a mantenere l’influenza in un’area strategica senza sacrificare i principi democratici. La Romania - paese membro della Nato e dell’UE - ha sempre visto negli USA un garante della propria sicurezza.

Ora il paese si trova di fronte ad un momento cruciale, che sarà profondamente segnato dagli sviluppi delle prossime elezioni presidenziali.

Sondaggi e dinamiche politiche

A meno di tre settimane dal primo turno delle elezioni presidenziali, la Romania attira di nuovo l'attenzione internazionale.

I sondaggi per il primo turno mostrano risultati caratterizzati da possibili sorprese. Secondo quello realizzato da AtlasIntel per Hotnews - e condotto tra il 10 e il 13 aprile - il leader di estrema destra George Simion è in testa con il 33,4% delle preferenze, seguito dal candidato pro-europeo Crin Antonescu al 24,7% e dal sindaco di Bucarest Nicușor Dan al 21,2%.

Elena Lasconi, inizialmente sostenuta dal partito centrista USR, ha visto il clamoroso ritiro del sostegno del suo partito il 9 aprile.

Arrivata al ballottaggio con Georgescu nel voto poi annullato di dicembre, nonostante sia la leader del partito e candidata ufficialmente registrata, a Lasconi è stato vietato di usare i fondi dell’USR per continuare la sua campagna elettorale, prima che le fosse ufficialmente ritirato il sostegno.

A prendere la decisione alcuni dei suoi colleghi fino ad oggi a lei fedeli, che hanno deciso di appoggiare invece Nicușor Dan, sindaco di Bucarest che potrebbe arrivare al ballottaggio. Nonostante gli inaspettati sviluppi, Lasconi ha scelto di rimanere in corsa per la carica più alta nello stato.


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