Critica sul film / Il cuore nel pozzo: intervista a Leo Gullotta / Italia / aree / Home - Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa

Critica sul film

Non posso parlare della veridita' degli eventi che si susseguono nel film perche' non sono abbastanza informato sull'entita' e sulla motivazione dei massacri compiuti ad opera delle milizie titine. Tanti dicono che e' stata una reazione dovuta al razzismo fascista, dacche' violenza genera violenza. Ma puo' essere questa una giustificazione? Gli esuli istriani a Trieste possono raccontare cosa significa lasciare tutto, casa, affetti, ricordi d'infanzia, li, dietro ad un confine che fino a solo pochi decenni fa rappresentava quai un muro invalicabile. La porta verso il comunismo.
Il comunismo non ha mai portato niente di buono a quanto pare. Nemmeno il fascismo si intende. Tutti gli estremismi sono pericolosi.
Comunque centinaia di migliaia di persone hanno sofferto nel silenzio, perche' voluti dimenticare.
Sul film posso dare piu' che altro un giudizio critico. Stile classico italiano, che per forza di cose deve strappare lacrime. Per arrivare al fine si mescolano bene preti, orfanotrofi, mamme eroiche, stupri e, immancabile ciliegina sulla torta, bambini che soffrono. Sulla trama del film si poteva lavorare di piu' di sicuro. Ad esempio non si capisce chi puo' essere il fesso che inseguito da un plotone pieno di mitra e fucili e pronto ad ucciderti pensa a sposarsi. Insomma questo e' stato proprio patetico. Forse il film manca un po' di maturita'.
L'interpretazione di Gullotta e' stata comunque a mio giudizio buona, quella di Fiorello ancora meglio. Bravo. E chi l'avrebbe detto a vederlo fare tanti anni fa il Karaoke. La sceneggiatura anche mi e' sembrata positiva.
In ultima analisi gli darei un 6/7.