Mi sembra che la Sua posizione sia profondamente personale e soggettiva. Nelle librerie georgiane non potrebbe mai trovare neanche un libro di Dochanashvili (mi riferisco a "samoseli pirveli"

, appena ristampato, e che ovviamente ci dimostra "lo scarso interesse" verso la sua eredità artistica: stesso discorso per altri scrittori da me citati... Nell'era della globalizzazione e dell'informazione in cui viviamo c'è uno scarso interesse verso il libro, purtroppo, e verso la lettura in generale, ma questo non significa che, ad esempio, Zaza Burchuladze sia più letto di altri, e che la sua letteratura abbia più valore... In questo senso, allora, non sono più letti nemmeno Rustaveli e Dante, e nessuno li leggerebbe se non obbligatoriamente a scuola...Ma questo è un fenomeno che interessa i grandi classici in generale, come sono diventati tutti gli scrittori a cui ho accennato prima. Immagino che in Gran Bretagna sia più letto Harry Potter che Shakespeare, ma ciò non implica affatto un maggior valore del primo sul secondo... Sostenere in maniera rigida che per questi scrittori non ci siano più lettori interessati, per quanto Lei ribadisca che non ci fossero neanche allora, è un'affermazione, mi consenta con il massimo rispetto, a dir poco fuori luogo. E sopratutto non si può esserne così sicuri senza conoscere con precisione le tendenze e le ricerche degli ultimi anni su questo argomento. Ancora un punto: Lei sta spiegando un fatto letterario a lettori italiani che purtroppo, salvo i