1. Il fatto che Lei definisca gli scrittori del periodo sovietico "sostenuti dallo stato" e sopratutto "non letti", e di conseguenza incapaci di suscitare l'interesse del lettore (per quanto Lei sostenga che non venissero letti neanche allora), non corrisponde al vero! Una persona che legge gli scrittori da lei citati, li conosce abbastanza bene. E quella che invece non legge, ovviamente, non legge nemmeno Morchiladze e probabilmente non ha mai letto nemmeno le fiabe di Andersen (sempre che non gli fossero raccontate dalla nonna prima di andare a dormire). 2. Se noi parliamo dell'interesse economico e non del valore, immagino che la vendita dei libri, per esempio di Federico Moccia, sia certamente maggiore di quella di Umberto Eco (se non si vuole accentuare la tradizione secolare di Shakespeare e Dante). Il che, ovviamente, non implica la valenza maggiore del primo sul secondo 3. Per quanto riguarda il "geniale". Io, in qualità di lettrice, posso definire geniali gli scrittori di altissimo livello (e sicuramente non sono l'unica a farlo). Ma Lei non ha il diritto di parlare a nome di tutti i lettori, in assoluto, definendo quei libri come "non letti". Un'affermazione così rigida e soggettiva richiede un'ulteriore ricerca scientifica e di marketing. Ho richiamato il fatto che non si trovino i libri di Dochanashvili nelle librerie georgiane, sono già venduti tutti e ancora una volta questo dimostra la non fondatezza della sua affermazione. Tutto qui.