Rispondo a Renato Sanković.
Il censimento del 1910 - del quale non metto in dubbio i risultati - si fondava sui dati dei singoli Comuni.
Molti di questi Comuni erano abitati in massima parte da italiani.
In base al diritto ed alla prassi internazionali le mappature etniche (ed i conseguenti confini di Stato) si realizzano - di regola - con riguardo alle realtà locali (Comuni o entità analoghe) e non alle "Regioni" (entità, oltretutto, di incerta ed opinabile delimitazione) od alle "Province".
Se non fosse così, per es., tutta l'Istria dovrebbe essere croata, dato che i croati costituiscono la maggioranza della "Regione"; la Venezia Giulia (Gorizia e Trieste) doveva essere assegnata interamente all'Italia, perchè abitata prevalentemente da italiani, ma così (giustamente) non è stato, essendo stati assegnati alla RSFJ Comuni in prevalenza (od in toto) abitati da sloveni.
E così via.
In realtà, in Istria - non ostandovi particolari situazioni ed essendoci una continuità etnica lungo la costa occidentale - si doveva seguire lo stesso criterio, cioe quello della maggioranza etnica dei singoli Comuni.
Lo stesso criterio si doveva seguire nella Venezia Giulia, con la conseguenza che alcuni Comuni dell'altopiano carsico e del goriziano dovevano passare alla RSFJ.
Così non è stato: purtroppo sono prevalse logiche che non solo non hanno tenuto conto del diritto internazionale, ma neppure delle popolazioni locali.
Da un punto di vista giuridico ed umano non è stata una co