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11/09/2014 -  Rossella Vignola

 

Grecia: i cattivi alunni chiamati a fare i maestri?

Con grande sorpresa e allo stesso tempo con un po’ di ironia, alcuni tra i media più specializzati negli affari europei hanno annunciato la nomina di Dimitris Avramopoulous alla carica di Commissario europeo incaricato dello spinoso dossier dell’asilo, le migrazioni, gli affari interni e i diritti fondamentali. L’affidamento di questo dossier alla Grecia è in effetti una grande sorpresa, se si considera che il paese è stato accusato regolarmente dai rapporti delle Nazioni Unite, da diverse organizzazioni internazionali e ONG di violare i diritti umani degli stessi cittadini greci a causa delle drastiche misure di austerity, così come i diritti fondamentali dei migranti, come nello scandaloso affare della Manolada, o dei rifugiati nella tragedia di Farmakonisi, per citare soltanto due esempi recenti che hanno avuto grande eco mediatica.

Dimitris Avramopoulos, che è stato Ministro della difesa, ha alle spalle una lunga carriera nella scena politica greca. Dopo gli studi, ha lavorato al Ministero degli affari esteri dove ha scalato velocemente la gerarchia per arrivare all’età di quarant’anni alla carica di ambasciatore della Grecia all’ONU, a Ginevra. La sua vera carriera politica iniziò però solo qualche anno più tardi quando nel 1994 venne eletto, e poi rieletto nel 1998, sindaco di Atene, con l’appoggio dei conservatori di Nea Dimokratia. Dopo aver mancato l’obiettivo di lanciare una forza politica indipendente, il Movimento dei cittadini liberi, tornò nella vecchia casa politica di Néa Dimokratia. Poi, durante le primarie per scegliere il leader di Néa Dimokratia, ritirò la sua candidatura a favore di quella di Antonis Samaras, l’attuale Primo ministro. Prima di diventare Ministro della difesa, ha occupato il posto di Ministro del turismo e ministro della sanità nel governo di Kostas Karamanlis.
Nella lettera di mandato scritta da Jean-Claude Juncker, che descrive le responsabilità principali dell’incarico, il commissario Avramopoulos dovrà consacrare i suoi sforzi alla protezione delle frontiere dell’Unione, al rientro degli immigrati nei loro paesi di origine, alla lotta contro il traffico di esseri umani, il terrorismo e il radicalismo.Alenka Bratušek : Bruxelles come ripescaggio (Davide rivedi!)Ha gettato la spugna lo scorso maggio dando le dimissioni. Ieri, l’ex Premier slovena è stata paracadutata a Bruxelles con l’incarico di di Vice-presidente della Commissione e Commissario europeo per l’energia. La politica slovena, originaria di Celje, prende il posto dello sloveno Janez Potočnik, che detiene il portafoglio per l’ambiente nella Commissione uscente.Alenka Bratušek, prima donna a capo di un governo sloveno, aveva sostituito Janez Janša nel marzo 2013. Cacciata dal vertice del suo partito di centro sinistra Slovenia positiva (SP) un mese più tardi, scelsedi rinunciare alla poltrona di primo ministro e aprire la strada alle elezioni anticipate. Mentre presentava ufficialmente le sua lettera di dimissioni lo scorso 5 maggio si auto-candidava alla carica di commissario europeo. Una mossa auto-promozionale che non è piaciuta all’opinione pubblica slovena. L’attuale Primo ministro Miro Cerar ha annunciato che non ci sarà posto per Alenka Bratušek e la sua formazione nella nuova coalizione al potere.Laureata in scienze e tecnologia all’Università di Lubiana, Alenka Bratušek ha seguito una linea drastica di austerità per ridurre il debito pubblico e salvare il settore bancario prima di porre termine anticipatamente al suo mandato. Ora a 45 anni apre una nuova pagina nella sua carriera politica. Si occuperà di un dossier cruciale come la questione energetica, che condividerà con altri due commissari: Karmenu Vella (Malta) e il conservatore spagnolo Miguel Arias Cañete.