Il patriarca Porfirije durante la cerimonia di intronamento a Belgrado - Foto Wikipedia

Giovedì scorso Porfirije, già metropolita di Zagabria e Lubiana, è stato eletto nuovo patriarca della Chiesa ortodossa serba: Considerato vicino al presidente serbo Aleksandar Vučić, Porfirije succede ad Irenej, deceduto lo scorso novembre. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [20 febbraio 2021]

Centinaia di persone si sono riunite venerdì scorso nella cattedrale di San Sava, a Belgrado, per l'intronamento del nuovo patriarca serbo Porfirije, eletto il giorno prima dal sinodo della Chiesa ortodossa serba.

Attorniato dai vescovi che l'hanno eletto, Porfirije, 59 anni, già metropolita di Zagabria e Lubiana, ha ricevuto pastorale e mitra, simboli della sua nuova autorità, diventando così il 46simo patriarca della Chiesa ortodossa serba, che conta 12 milioni di fedeli, non solo in Serbia, ma anche negli stati dell'ex federazione jugoslava, in Australia e in Europa occidentale.

Eletto relativamente giovane, Porfirje dovrà portare la Chiesa ortodossa serba, nota durante i conflitti degli anni '90 per le posizioni nazionaliste e conservatrici, ad affrontare le sfide della modernità in un mondo in veloce cambiamento.

Negli anni scorsi, in varie occasioni il nuovo patriarca ha esternato la propria vicinanza alle posizioni del presidente serbo Aleksandar Vučić, anche se è difficile dire se e quanto Vučić abbia potuto influire sulle scelte del sinodo.

Durante il suo mandato in Slovenia e Croazia, Porfirije si è fatto notare per l'apertura all'ecumenismo e al dialogo inter-religioso. “In questi anni di servizio, la Croazia è diventata la mia seconda Patria. Lo stesso può essere detto della Slovenia”, ha dichiarato Porfirije durante la cerimonia di intronazione.

Più complessa, invece, la questione del Kosovo – tradizionalmente considerato dalla Chiesa ortodossa serba come la culla della religiosità e spiritualità serbe. “Il Kosovo”, secondo il nuovo patriarca “è e resta un cordone ombelicale tra noi Serbi e l'essenza della nostra identità”.

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