vaalaa/Shutterstock

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Il Kosovo ha annunciato la soppressione dei dazi doganali alle merci serbe e bosniache, misura che aveva bloccato il processo negoziale tra Kosovo e Serbia. Positive le reazioni a Bruxelles, cautela a Belgrado. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [1 aprile 2020]

Il premier kosovaro Albin Kurti, sfiduciato la settimana scorsa dal parlamento di Pristina, ha annunciato oggi la soppressione dei dazi doganali del 100%, imposti alle merci in arrivo da Serbia e Bosnia Erzegovina.

Kurti ha specificato che la cancellazione delle pesanti imposte d'importazione sarà condizionata all'introduzione del principio di reciprocità da parte delle autorità serbe: verrà quindi “sperimentata” fino al prossimo 15 giugno, quando il governo di Pristina si riserva il diritto di prendere nuove decisioni a seconda delle reazioni di Belgrado.

I dazi kosovari, introdotti nel novembre 2018 dall'ex premier Ramush Haradinaj come misura di ritorsione contro la Serbia, impegnata a bloccare l'ingresso del Kosovo in istituzioni internazionali, aveva portato al blocco del processo negoziale tra Pristina e Belgrado.

Proprio per questo, sia gli Stati Uniti che l'Unione europea avevano insistito in una rimozione immediata e senza condizioni delle imposte, che violano gli accordi di libero scambio sottoscritti da entrambe le parti.

La diatriba sui dazi è stata alla base della crisi di governo che ha posto prematuramente fine al governo Kurti, su cui molti kosovari riponevano speranze di riforme e lotta a disoccupazione e corruzione, endemiche nel paese, nonostante il motivo ufficiale di scontro tra il movimento Vetëvendosje – guidato da Kurti – e gli ex-alleati della Lega democratica del Kosovo siano state le misure di contenimento del coronavirus.

L'UE ha reagito positivamente all'annuncio di Kurti, mentre da Belgrado i commenti a caldo sono stati piuttosto scettici.

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