4 December 2014
Jacek Saryusz-Wolski

 

Gruppo del Partito Popolare Europeo (Democratici-Cristiani)

Group of the European People's Party (Christian Democrats)

Polonia/Poland 
Platforma Obywatelska

Le conclusioni di Jacek Saryusz-Wolski

Jacek Saryusz-Wolski's conclusion

Questo vivace dibattito online mostra che gli eventi che stanno accadendo sul versante orientale dell’UE sollevano un itero spettro di opinioni. È stato un piacere leggere i commenti dei partecipanti; cercherò di rispondere ad alcuni.

Contrariamente a quanto detto da Giorgio Comai a proposito di una scelta a somma zero tra Occidente e Russia per i paesi del Partenariato Orientale (EaP), devo sottolineare che questo è il risultato della politica aggressiva russa, dal momento che l’EaP, sin dal suo inizio, ha mirato a creare un “continente privo di linee divisorie”. Inoltre, l’offerta della EaP è stata estesa anche alla Russia, ma quest'ultima l’ha rifiutata.

Su questo concordo con Ruthen quando afferma che “non è stata l’EaP a creare una divisione tra Russia e vicini orientali, - è stata la Russia stessa, compiendo atti di aggressione contro i suoi vicini”. Appoggio anche il commento della stessa autrice quando dice che “la Russia non era coinvolta sul prendere in considerazione la partecipazione all’EaP, perché era profondamente immersa nel proprio progetto geopolitico”. Sfortunatamente , noi – come Unione europea – non abbiamo colto questa osservazione e abbiamo voluto credere che l’EaP fosse solo un progetto puramente economico.

Non posso essere d’accordo con la posizione espressa da Serena Giusti, secondo la quale “ri-coinvolgere la Russia è l’unica [strada] per evitare che lo spazio ex sovietico diventi un’arena di scontro tra Occidente e Russia.” Io credo che non ci si possa fidare di un partner che costantemente viola le condizioni dell'accordo e sfortunatamente questo è il caso dell’atteggiamento bellico della Russia, per non parlare della cosa più ovvia: l’accordo di Minsk sul cessate il fuoco e l’invasione e occupazione de facto del Donbas.

Mi trovo d’accordo su un aspetto anche con Helmut Scholz, quando afferma che “la politica estera è sempre tracciata dagli interessi dei singoli stati” - che oggi possiamo osservare nella mancanza di solidarietà e di un approccio unisono dei 28 stati membri dell'Ue riguardo all'aggressione russa in Ucraina e le minacce alla sicurezza degli Stati membri orientali.

Ho sempre sottolineato che dobbiamo mirare ad una risposta unita e ferma, che comprende se necessario il rafforzamento delle sanzioni. Le sanzioni attuali hanno i loro effetti, come ben sa l'80% della società russa che sperimenta i risultati che portano. Comunque, sorveglio attentamente lo status quo fino alla metà del 2015, quando scadranno le sanzioni attuali e gli Stati membri dovranno prendere ulteriori decisioni in merito.

Da questo punto di vista concordo con Serena Giusti sul fatto che “la Russia non è una nazione monolitica (…). La visione dei russi del mondo e del posto che il loro paese merita nel sistema internazionale potrebbe divergere da quella elaborata al Cremlino”. Le sanzioni aiutano la società russa a rendersi conto di quanto le politiche attuali del Cremlino servano solo ad arricchire l'attuale governo.

Vorrei ringraziare gli organizzatori di questo dibattito on-line per aver incoraggiato la diffusione di “cibo critico” per il pensiero, mi auguro che questo possa contribuire ad un più ampio dibattito sulla risposta dell'Ue ai più recenti sviluppi riguardanti i paesi della Eastern Partnership.

This lively online debate shows that the events taking place on the EU’s Eastern flank provoke the whole spectrum of opinions. It was a pleasure to read the comments of the participants; I will try to respond to some of them.

Contrary to what Giorgio Comai states in his comment on a zero-sum game choice between the West and Russia for Eastern Partnership (EaP) countries, I must underline that this is a result of aggressive Russian politics, as the EaP has, since its establishment, aimed to create “a continent without dividing lines”. Furthermore, the EaP offer was extended to Russia, which rejected it.

 

I agree with Ruthen on this matter, who states that “It was not EaP who created the line between Russia and Eastern neighbours, - it was Russia itself, committing acts of aggression against its neighbours”. I also support the comment by same author that “Russia was concerned not with considering participation in EaP, but was being deeply involved with own geopolitical project.” Unfortunately, we - as the European Union - missed that observation and wanted to believe that the EaP is purely an economic project.

I also cannot agree with the statement by Serena Giusti that “re-engaging Russia is the only [route] to take for avoiding post-Soviet space becomes a conflictual arena where the West and Russia antagonize”. I believe that a partner who constantly breaches provisions of an agreement cannot be trusted, and unfortunately this is the case with Russia’s warfare, not to mention the most obvious nowadays: the Minsk ceasefire agreement and the de facto invasion and occupation of Donbas.

I must also agree in one aspect with Mr Helmut Scholz, that “foreign policy is always designed by the own interests of states” – which we can observe at present with the lack of solidarity and one voice approach from the 28 EU member states to Russian aggression on Ukraine and threats to the security of eastern member states.

I have always underlined that we must strive for a united and firm response, which includes stepping up the sanctions if needed. The current sanctions do bring effect, as already 80% of the Russian society experiences their negative results. However, I oversee the status quo until the mid-2015, when the current sanctions expire and the member states will have to take further decisions in this respect.

In this aspect I agree with Serena Giusti, that “Russia is not a monolithic nation (…). Russians vision of the world and of the place of their country should deserve in the international system might diverge from that elaborated by Kremlin”. The sanctions help Russian society realize how the current Kremlin policies only enrich the incumbent government.

I would like to thank the organisers of the online debate for encouraging critical food for thought, I hope that this will contribute to a wider debate on the EU’s response to the Eastern Partnership countries’ recent developments.