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Un'intervista al miliardario e leader dell'opposizione georgiana Bidzina Ivanishvili porta alle dimissioni del direttore dell'edizione locale di "Forbes". Tornano d'attualità le polemiche sullo stato dell'informazione nel Paese caucasico, definito da più organizzazioni "parzialmente libero". Problemi su tutti i media, ma specialmente in tv, dove il governo la fa da padrone

06/04/2012 -  Tengiz Ablotia Tbilisi

Nel mondo dei media georgiani è scoppiato l'ennesimo scandalo: con grande scalpore si è infatti dimesso Sakevarishvili Revaz, direttore della versione georgiana della rivista "Forbes". Secondo Revaz, il gesto sarebbe stato causato da censure da parte dell'editore, che avrebbe richiesto sostanziali modifiche ad un'intervista con il leader dell'opposizione georgiana, il miliardario Bidzina Ivanishvili. Secondo l'editore, non si tratterebbe di censura, ma al direttore sarebbe stato invece contestato l'uso di troppe domande già poste ad Ivanishvili dal quotidiano russo Vedomosti. Sarebbe stato quindi il direttore a mostrare scarsa professionalità e violare le regole interne del giornale.

Difficile dire quale parte sia più vicina alla verità: quello che lo scandalo ha dimostrato è senz'altro l'estrema problematicità del mondo dei media georgiani.

Paese parzialmente libero

Nonostante le autorità georgiane si pongano come faro di democrazia nella regione, autorevoli organizzazioni internazionali non sono pienamente d'accordo. Ad esempio, ogni anno "Freedom House" e "Reporters sans frontières” classificano la Georgia come "Paese parzialmente libero". Nel rapporto 2011 di "Reporters sans frontières", il Paese occupava il 105° posto (100° nel 2010, 81° nel 2009). Questa posizione poco lusinghiera è dovuta sia alle pressioni sui giornalisti in generale che alla dispersione della manifestazione del 26 maggio 2011, quando diverse decine di giornalisti rimasero feriti dalla polizia.

Attualmente, i media georgiani si distinguono per l'alto grado di politicizzazione e polarizzazione.

Televisione

Nel Paese mancano media ragionevolmente obiettivi: anche la televisione pubblica, che dovrebbe essere neutrale, è in realtà filo-governativa. Se non altro, la televisione pubblica ospita i dibattiti politici, dove l'opposizione è più visibile che nei grandi canali privati controllati dal governo. Tuttavia, la televisione pubblica rimane di parte: ad esempio, i telegiornali spesso ignorano le notizie legate all'attività dell'opposizione, e se non possono ignorarle le collocano verso i minuti finali del notiziario. Va ancora peggio sulle grandi reti private "Rustavi-2" e "Imedi", dove mancano dibattiti politici, molto raramente trovano spazio opinioni alternative ed è praticamente assente l'opposizione. E questi sono i canali più visti in Georgia, che trasmettono in tutto il Paese sia in modalità analogica che su satellite e via cavo.

All'estremo opposto troviamo invece i canali "Maestro" e "Kavkasia", che amano definirsi oggettivi, ma sono a tutti gli effetti media d'opposizione. Qui dominano i dibattiti con i rappresentanti dell'opposizione e le notizie sono presentate principalmente dal punto di vista dell'opposizione. Tuttavia, questi canali hanno risorse molto limitate rispetto alla televisione pubblica e alle grandi reti private. Ad esempio, "Kavkasia" trasmette solo in analogico a Tbilisi e in alcuni piccoli centri intorno alla capitale, anche se i programmi vengono trasmessi da alcune stazioni via cavo nella regione, e non sul satellite. Questo incide sulla sua diffusione, in particolare nelle provincie, dove molti abitanti preferiscono l'antenna parabolica alle reti via cavo. Simile è la situazione di "Maestro", che trasmettendo sul satellite, è più accessibile al pubblico, ma comunque non copre l'intero paese. L'opposizione controlla anche diverse potenti emittenti regionali, fra cui "Canale 25", che trasmette nella regione di Adjara, sul Mar Nero (con popolazione di oltre 300mila abitanti), ed altre in altre regioni, che ritrasmettono anche i programmi di "Kavkasia" e "Maestro", aumentandone leggermente la diffusione.

Presto l'opposizione guadagnerà un altro canale, "IGRIK", finanziato dal miliardario e leader dell'opposizione Bidzina Ivanishvili. Tuttavia, il canale non ha le frequenze, e trovare spazio sulle reti via cavo non sarà facile: il governo troverà certo il modo di fare pressione sui proprietari per costringerli a non collaborare con Ivanishvili.

In generale, lo stato dei mass media georgiani è pienamente coerente con la nozione di "Paese parzialmente libero": pur nella varietà di opinioni presenti, è chiaro che l'ago della bilancia pende nettamente a favore del governo.

Stampa e internet

La stampa in Georgia gode di piena libertà, ma l'influenza di giornali e riviste è minima. A questo contribuiscono le piccole tirature dei giornali, il basso potere d'acquisto della popolazione e la mancanza di interesse delle imprese verso la pubblicità sulla stampa. Di conseguenza, nonostante il 99% dei giornali politici sia orientato all'opposizione, la stampa non rappresenta una vera concorrenza alla televisione, che rimane la principale fonte d'informazione in Georgia.

L'informazione via Internet è poco sviluppata, probabilmente perché esistono mezzi più tradizionali ed accessibili, come la televisione. Esistono 5-6 agenzie online, molto lette ed influenti: al primo posto "InterPressNews", proprietà dell'influente e relativamente imparziale holding "Palitra Media", che fornisce asciutti lanci d'agenzia, quasi mai analisi. Lavorano in modo simile gli altri siti d'informazione, la cui influenza è molto limitata.

Social network

Attualmente il social network più popolare in Georgia è Facebook, che registra 400.000 utenti su una popolazione totale di 4.4 milioni di abitanti. Diversi anni fa deteneva saldamente il primato il sito russo “Compagni di classe”, ma gradualmente gli utenti di Internet più alfabetizzati si sono spostati quasi completamente su Facebook. Manca quasi interamente, invece, l'interesse verso Twitter, i russi “In contatto” e "Il mio mondo” e così via. Al momento, Facebook in Georgia non rappresenta tanto un mezzo per ottenere informazioni (per questo ci sono le televisioni d'opposizione) quanto una piattaforma per dibattere liberamente. Politici, giornalisti ed esperti seguono attentamente i dibattiti sul social network, consapevoli che lì si concentra la parte più attiva della società.

Situazione generale

Pertanto, la situazione generale dei media georgiani corrisponde pienamente alle valutazioni di "Freedom House" e "Reporters sans frontières". La Georgia non può essere definita un paese chiuso, dominato dalla censura e privo di spazi per pareri alternativi. Tuttavia, la predominanza dei tre principali canali filo-governativi rispetto a due piccole reti d'opposizione delinea quello che le due organizzazioni hanno definito un "regime ibrido", che combina elementi di democrazia e di autoritarismo.


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