Italia e Bosnia: fianco a fianco nella battaglia al Covid-19

7 may 2020

bubble icon

Sulla pista di atterraggio dell’aeroporto di Sarajevo ieri è arrivato un carico donato dall’Italia di 200 maschere, quelle da sub della Decathlon trasformate in respiratori ad uso ospedaliero per il contrasto al coronavirus, grazie anche un’intervista a Silvia Maraone, che coordina i progetti di IPSIA e Caritas lungo la rotta balcanica, andata in onda su Radio Bullets.

Consegna delle maschere (Ambasciata d'Italia BiH )

“Ogni tanto abbiamo bisogno di piccole e belle storie. Questa è una di quelle che dimostra come le reti virtuali e virtuose possono cambiare il mondo in meglio”. Lo scrive Silvia Maraone su Facebook, dopo che sui giornali bosniaci è stata resa pubblica la notizia dell’arrivo dell’aereo militare dall’Italia con il carico per i reparti di terapia intensiva.

La rete di cui parla è partita da una trasmissione radiofonica di Radio Bullets . Il 25 marzo Silvia Maraone, project manager di Ipsia che vive e lavora a Bihać in Bosnia, viene intervistata da Cecilia Ferrara sulla situazione coronoavirus nel paese. E da lì parte il domino, come racconta Silvia: “Dopo la messa in onda, ho ricevuto un messaggio da Giuseppe Pederzolli che lavora in un fablab dove hanno cominciato a stampare in 3D adattatori per le maschere Dechatlon Easybreath… ha detto che se ce ne fosse stato bisogno sarebbero stati felici di venire incontro ai bisogni di questo paese. Al che l’ho messo in contatto con l'Ambasciatore Minasi, il quale a sua volta lo ha messo in contatto con altre aziende...”.

Una rete solidale spiegata nei dettagli dalla giornalista Cecilia Ferrara di Radio Bullets : “Giuseppe Perdezzoli della Megahub di Schio , in provincia di Vicenza, dopo aver ascoltato il podcast di Conversazioni Balcaniche si è offerto per attivare una collaborazione con altri ‘makers’ del nord ed è venuto in contatto con “Easy Covid19 – Mille respiri per Bergamo e Monza Brianza ”, un’associazione che è stata fondamentale nei giorni più duri in Lombardia. Sul fronte bosniaco Silvia Maraone ha contattato l’Ambasciatore Minasi che attivato la possibilità di trasporto e importazione. Ieri sono finalmente arrivate anche grazie a Managing Director di SM3 – azienda del gruppo italiano Trerè con sede a Tešanj – di Claudio Angeloni, che ha realizzato a proprie spese l’acquisto di alcune componenti e il trasporto dei dispositivi dall’Italia.”

“La Bosnia Erzegovina è stata tra i primi a manifestare solidarietà all’Italia nei giorni più difficili dell'epidemia e il nostro paese oggi ricambia con gesti concreti, con un programma integrato e dedicato”, ha dichiarato ieri l’Ambasciatore Nicola Minasi in un comunicato stampa. “Una collaborazione di cooperazione tra Italia e Bosnia Erzegovina portata a termine”, ha aggiunto, “nell’ambito di diverse iniziative di cooperazione sanitaria tra Italia e Bosnia Erzegovina per il contrasto al coronavirus, coordinate con le Nazioni Unite e sulla base delle richieste delle autorità locali e dagli operatori sanitari sul terreno”.

Le 200 maschere respiratorie sono state consegnate da Minasi al ministro della Salute della Federazione Vjekoslav Mandić, poco prima dell’arrivo all'aeroporto anche di due medici, come ha raccontato l’ambasciatore italiano: “Due medici militari italiani che l’Italia ha distaccato presso il contingente EUFOR-ALTHEA in Bosnia Erzegovina. I due militari, già formati alla risposta all'epidemia, avranno il compito di assistere la forza europea e collaborare direttamente con le autorità locali, visitando gli ospedali del paese e condividendo l'esperienza italiana. In coordinamento con gli Uffici delle Nazioni Unite e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, i due ufficiali manterranno i rapporti con le autorità locali per condividere le migliori prassi sulla risposta all’emergenza.”

Emergenza nella quale anche le Ong italiane Save The Children Italia , CISP e Re.Te. hanno fatto la propria parte: hanno adattato i rispettivi progetti finanziati dalla Cooperazione Italiana in Bosnia Erzegovina per fornire assistenza alle famiglie più vulnerabili a causa della pandemia, realizzare campagne di sensibilizzazione pubblica sui rischi e la protezione dal conoravirus, e tradurre i protocolli sanitari degli Ospedali di Bergamo e Torino  messi così a disposizione dei medici e degli operatori sanitari degli ospedali di tutta la Bosnia Erzegovina

Iniziative che il ministro Vjekoslav Mandić ha accolto con queste parole : “Apprezziamo tantissimo questo sostegno da parte del vostro paese, soprattutto considerato che la donazione arriva in un momento difficile per voi. Allo stesso tempo, questa pandemia sta mostrando l’importanza dell’unità e della solidarietà tra popoli e nazioni, e della necessità di essere uniti nella battaglia al virus.”


blog comments powered by