Ucraina, Arkady Babchenko è vivo

31 maggio 2018

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Con un colpo di scena degno dei migliori film gialli, il reporter di guerra russo Arkady Babchenko, dato per morto ieri a Kiev da tutti i media ucraini e internazionali (OBCT compreso) si è presentato, vivo e vegeto, ad una conferenza stampa dei servizi di sicurezza ucraini.

Tra lo stupore e il sollievo generali, il capo dei servizi Vasily Gritsak ha spiegato che il finto omicidio di Babchenko è stato organizzato per catturare i protagonisti di un complotto in atto per uccidere il giornalista, fuggito nel 2017 dalla Russia per le sue posizioni fortemente critiche nei confronti del governo di Mosca.

La messa in scena, quindi, sarebbe stata organizzata a fin di bene, e il piano avrebbe funzionato a dovere: due persone, accusate di tramare la morte di Babchenko, sarebbero state arrestate nel corso dell'operazione.

Da parte sua, in conferenza stampa Babchenko si è pubblicamente scusato con amici, parenti, e col pubblico in generale. “Io stesso ho seppellito amici e colleghi molte volte, e conosco la sensazione di malessere e schifo che questo comporta”.

Secondo i servizi di Kiev, che però non hanno divulgato tutti i dettagli dell'operazione, fingere l'omicidio di Babchenko – una scelta probabilmente senza precedenti – è stata una mossa assolutamente necessaria per identificare e fermare chi lo voleva eliminare.

In molti però hanno contestato con forza la strategia dei servizi di sicurezza di Kiev. Ad essere preoccupati sono soprattutto quei giornalisti russi che temono un' ulteriore perdita di credibilità per chiunque tenti di fare giornalismo libero in Russia.

Secondo il giornalista investigativo Andrei Soldatov l'idea di coinvolgere un collega in un'operazione di questo tipo “è stata davvero pessima”. Secondo Soldatov, ad essere colpita è la credibilità dei media in generale e oggi sarà più facile, per il governo russo, sostenere che ogni accusa nei suoi confronti è frutto di disinformazione e bugie.

Una posizione ribadita da un comunicato della Federazione Europea dei giornalisti (EFJ) che ha definito il piano dei servizi ucraini come “una manipolazione inaccettabile dell'opinione pubblica”, dicendosi “non convinta dalle motivazioni addotte dai servizi di Kiev” per giustificare la messa in scena.

Subito dopo la divulgazione delle notizie sulla morte di Babchenko, molti in Ucraina non avevano tardato a puntare il dito contro il governo russo, accusato di essere il probabile responsabile del (finto) omicidio.


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