Storia, critica e negazionismo

17 febbraio 2023

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Siamo alle solite, a febbraio in Italia si parla di Foibe. Da quando è stato istituito il giorno del ricordo (10 febbraio) non passa anno in cui la polemica sulle foibe e l’esodo giuliano dalmata non si accenda. In passato, ce ne siamo occupati con vari materiali che qui segnalo, si è passati da una polemica interna a quella di livello internazionale tra presidenti della repubblica. Diatribe sterili, che hanno il pregio di sollevare polveroni senza spiegare nulla della storia, complessa e per niente manichea, di quel periodo.

Negli ultimi anni sotto attacco è quasi sempre lo storico italiano Eric Gobetti, un esperto e studioso di fascismo, Seconda guerra mondiale, Resistenza e storia della Jugoslavia nel Novecento. Tra le sue pubblicazioni compare un volumetto agile e ben scritto dal titolo “E allora le foibe?”, edito da Laterza nella collana fact checking. Per chi ancora non lo sapesse Gobetti è spesso accusato di negazionismo, di giustificazionismo, di sminuire i fatti legati alle foibe e di infangare il nome delle vittime.

E anche quest’anno tali accuse sono arrivate puntuali, a dispetto di sale sempre più piene di persone pronte e interessate ad ascoltare lo storico torinese. Anche quest’anno la solita levata di scudi in difesa di una memoria monca e la conseguente accusa di negazionismo e giustificazionismo. Tuttavia quest’anno sembra essere stato compiuto un ulteriore passo, ovvero il tentativo di stabilire chi è preposto e autorizzato a parlare di storia.

«Trovo gravissimo che martedì 21 febbraio, in Calabria, a Soverato, sia stato organizzato un incontro con Eric Gobetti, noto scrittore negazionista e autore del libro ‘E allora le Foibe?’, proprio sul tema delle foibe, con gli studenti del quinto anno dell’istituto Calabretta di Soverato. Questo convegno, evidentemente, non tiene conto delle parole di condanna contro il negazionismo e giustificazionismo pronunciate venerdì scorso, 10 febbraio, dal Presidente Mattarella, né delle indicazioni del ministero dell’Istruzione e del Merito e tanto meno della volontà della Camera dei Deputati che, da pochi giorni, in Commissione Cultura, ha approvato una mozione affinché a parlare di questi fatti nelle scuole debbano andare solo gli appartenenti alle associazioni di Esuli».

Queste le parole riportate dall’Ansa dell’onorevole Paola Frassinetti, sottosegretario all’Istruzione e al Merito.

È abbastanza preoccupante che venga deciso a livello ministeriale chi debba occuparsi di determinati temi e chi no, chi è autorizzato a parlare nelle scuole e chi viene in qualche modo bandito. Una pratica che richiama altri tempi, luoghi e modalità di gestione della cultura e dell’istruzione.

Nelle parole e nelle argomentazioni di Gobetti contenute nei suoi testi ed espresse alle varie conferenze ed incontri non c’è la minima traccia di negazionismo e giustificazionismo. Temo che il suo peccato sia quello di aver affrontato un tema scomodo, aver pubblicato un libro non per soli addetti ai lavori, con un titolo accattivante, che credo pochi dei suoi detrattori abbiano letto per intero.


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