Solidarietà internazionale, nuovi studi e prospettive

2 luglio 2021

bubble icon

La mobilitazione di solidarietà per le popolazioni durante le guerre jugoslave, in Italia e in Europa, fu un fenomeno ampio, partecipato, estremamente variegato e per alcuni versi molto complesso.

D'altra parte, le iniziative di quegli anni hanno ottenuto nella memoria collettiva e nell’analisi accademica uno spazio certamente più marginale di quello di tante altre esperienze di solidarietà dal basso. Forse per via delle criticità e degli esiti comunque enormemente drammatici delle guerre jugoslave, forse per la difficoltà, ancora oggi, di includere compiutamente quei conflitti nella riflessione sulla storia europea.

Da qualche tempo, tuttavia, sembra esserci un ritorno di interesse, probabilmente non del tutto slegato dal fatto che i drammi e le violenze della Rotta balcanica hanno portato i paesi post-jugoslavi ad essere nuovamente terreno di intervento. Si è tenuto ad esempio ieri a Parigi il workshop internazionale “Citizens’ commitment and transnational solidarity in Europe at the turn of the 1990s: from Poland to Bosnia Herzegovina”. Organizzato da INALCO e Memory Lab, con la partnership di OBCT, il seminario ha discusso della storia delle mobilitazioni transnazionali di solidarietà, focalizzandosi sulla Polonia di Solidarność e sulla Bosnia Erzegovina del 1992-1995. Per quanto riguarda le guerre jugoslave, si è trattato forse di uno dei primi tentativi di comparare sistematicamente le mobilitazioni in diversi paesi: nello specifico in Francia, Germania e Italia (al nostro paese OBCT dedicò un primo progetto di approfondimento ormai alcuni anni fa).

È di poche settimane fa invece la pubblicazione da parte dello storico Nicolas Moll dell’importante volume “Solidarity is more than a slogan. International Workers Aid during and after the 1992-1995 war in Bosnia and Herzegovina”, volto a ricostruire e analizzare lo specifico impegno di solidarietà nell’ambito dell’IWA durante il conflitto in Bosnia Erzegovina e liberamente scaricabile dal sito della Rosa Luxemburg Stiftung

Recentemente è giunta inoltre notizia della finalizzazione del riordino da parte della Biblioteca “Di Vittorio” della CGIL di Bergamo degli archivi del Comitato Accoglienza profughi ex Jugoslavia di Bergamo e quello di Bergamo per il Kosovo. Qualche anno fa, OBCT aveva contribuito all’integrazione a al riordino del fondo della “Casa per la pace” di Trento, una delle realtà più attive in Trentino, la cui documentazione è conservata dalla Fondazione Museo storico del Trentino. Lo stesso ente ha recentemente firmato un accordo con la Fondazione Alexander Langer per la valorizzazione dell’archivio dell’intellettuale e attivista che molto si spese nel corso delle guerre di dissoluzione jugoslava. Iniziative di raccolta di testimonianze e rielaborazione proseguono come quella realizzata nell’ambito del progetto Life After – život poslije – la vita dopo . Sembra insomma che le opportunità per ascoltare le diverse voci e approfondire le molteplici prospettive su quella vasta esperienza vadano moltiplicandosi, l’auspicio è che possano tradursi in ulteriore occasione di riflessione sul valore, le complessità e i significati della solidarietà oltreconfine.


blog comments powered by