Romania, a processo l'ex presidente Iliescu per le morti del 1989

11 aprile 2019

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L'ex presidente romeno Ion Iliescu sarà processato per crimini contro l'umanità, insieme ad alti membri della leadership politica e militare che guidò la rivoluzione romena del 1989 contro il dittatore comunista Nicolae Ceaușescu.

È una delle pagine più oscure e dolorose della storia recente romena: nel dicembre 1989, durante e dopo la caduta di Ceaușescu, le strade di Bucarest e di altre città romene divennero preda del caos più completo. Per alcuni giorni, misteriosi “terroristi” spararono sulla folla, scesa in piazza per chiedere democrazia e libertà.

Secondo la procura militare romena a provocare e gestire il caos - per riuscire a prendere il potere nella fase più violenta della transizione - sarebbe stata la leadership del “Fronte di Salvezza nazionale”, creato in fretta e furia da elementi meno esposti del Partito comunista e capeggiato da Iliescu. Dopo la presa del potere da parte del Fronte, il 22 dicembre 1989, i morti nelle strade furono 862, i feriti più di duemila.

L'accusa sostiene che il gruppo raccolto intorno a Iliescu - capo di stato dal 1989 al 1996, e poi di nuovo dal 2000 al 2004 - avrebbe deliberatamente utilizzato servizi segreti ed esercito contro i manifestanti, con l'obiettivo di creare un clima di terrore nelle strade.

Sul banco degli imputati, insieme ad Iliescu, ci sarà l'ex vice primo ministro Gelu Voican-Voiculescu. Sempre secondo la procura, i due avrebbero “diffuso informazioni false attraverso comunicati televisivi e a mezzo stampa, contribuendo alla creazione di uno stato di psicosi generale”. Entrambi rigettano però le accuse, che Voican-Voiculescu ha definito “un atto di vendetta politica”.

Accuse anche per l'ex capo dell'aviazione militare Iosif Rus, accusato di aver ordinato ad un reggimento dell'aviazione di camuffare le proprie divise, ordine che portò a uno scontro a fuoco con altri militari nell'aeroporto di Bucarest (Otopeni), sfociato nella morte di 40 militari e otto civili.

Non è questo il primo processo sugli eventi che hanno segnato la controversa “rivoluzione romena”: una prima indagine venne chiusa senza rinvii a giudizio nel 2009. Secondo il procuratore generale Augustin Lazăr, il nuovo processo “rappresenta un momento importante per il sistema giudiziario romeno, che assolve così ad un debito d'onore verso la nostra storia”.


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