Libertà di stampa in Turchia: nuove condanne e chiusure

12 luglio 2018

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Venerdì 6 luglio, in primo grado di giudizio, la tredicesima corte penale di Istanbul ha emesso pesanti condanne nel processo ai giornalisti del quotidiano Zaman. Il giornale, già chiuso dopo il tentato golpe del 15 luglio 2016, era un organo di stampa legato al movimento del magnate ed imam Fethullah Gülen, accusato da Ankara di aver organizzato il putsch.

Trentuno dipendenti di Zaman si trovano sotto processo con l’accusa di aver partecipato al tentato golpe e di far parte del gruppo gülenista, considerato terroristico dal governo turco. Lo scorso venerdì il tribunale ha emesso le sentenze nei confronti di 11 giornalisti e opinionisti del quotidiano, di cui 4 si trovavano in detenzione preventiva.

Tra i giornalisti processati, Ali Bulaç, Şahin Alpay, e Ahmet Turan Alkan sono stati condannati a 8 anni e 9 mesi di carcere. A İbrahim Karayeğen sono stati comminati 9 anni di prigione, mentre Mümtaz’er Türköne e Mustafa Ünal hanno subito una condanna di 10 anni e 6 mesi. In attesa dell’appello, questi ultimi resteranno in prigione, mentre Alkan e Karayeğen andranno in appello in regime di libertà vigilata. I giornalisti İhsan Dağı, Lale Sarıibrahimoğlu, Mehmet Özdemir, Nuriye Ural e Orhan Kemal Cengiz sono stati invece assolti. La decisione del tribunale è stata definita da diverse associazioni e organizzazioni di stampa come “politicamente motivata” perché essenzialmente fondata sugli articoli scritti dai giornalisti.

La sentenza è arrivata mentre la Turchia sta ufficialmente passando dal regime parlamentare a quello presidenziale, nel quale l’attuale capo dello Stato Recep Tayyip Erdogan detiene vastissimi poteri. Tra questi anche quello di assegnare la tessera di stampa ai giornalisti.

Domenica scorsa, con uno degli ultimi decreti emessi nell’ambito dello stato di emergenza in vigore da due anni, sono stati chiusi altri quattro  media (i giornali Halkın Nabzı; Özgürlükçü Demokrasi; Welat e la rete televisiva Avantaj TV) di area curda e socialista. Dopo il tentato golpe sono stati chiusi oltre 140 organi di stampa, mentre circa 2500 giornalisti sono rimasti disoccupati. Secondo il portale Expression Interrupted attualmente si trovano in carcere circa 178 giornalisti.

Fonte: Bianet e EFJ

Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del progetto European Centre for Press and Media Freedom, cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto


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