Un'immagine tratta dal film "The Watchtower" di Pelin Esmer

Un'immagine tratta dal film "The Watchtower" di Pelin Esmer

Nessun film balcanico in concorso, ma tanti nelle altre sezioni che costellano l'edizione 2013 del Trento Film Festival. E sopprattutto lo speciale "Destinazione Turchia". Una nostra rassegna

23/04/2013 -  Nicola Falcinella

Nessun titolo dell’area balcanico-caucasica nel concorso del Trento Film Festival , in programma dal 25 aprile al 5 maggio, ma si presenta una forte rappresentanza. Soprattutto grazie alla sezione speciale “Destinazione Turchia” che comprende 12 titoli e, meritoriamente, mette al centro dell’attenzione uno dei paesi più vivaci sia in termini di produzione sia di qualità nel panorama internazionale. Una cinematografia che ha lanciato grandi autori come Nuri Nilge Ceylan, Yesim Ustaoglu e Semih Kaplanoglu e continuamente propone nuovi talenti e, soprattutto, dà molto spazio alle realtà sociali e rurali delle aree montagnose. Tanto per ricordare, la Genziana d’oro di Trento del 2009 andò all’ottimo “Sonbahar – Autunno” di Ozcan Alper. Una panoramica che si annuncia tra le cose da seguire con più attenzione all’interno di una programmazione molto ricca e sulla carta interessante.

Trebisonda

Così uno dei film più toccanti in circolazione nei festival di questi mesi è “Watchtower”, primo lungometraggio della documentarista Pelin Esmer che sarà mostrato nella sezione “Eventi” (dove spicca anche la commedia macabra inglese “Sightseers” di Ben Wheatley).

Tutto si svolge sulle alture vicino a Tosya, nella zona di Trebisonda. Nihat è uomo di mezz’età che prendere servizio come guardiano sulla cima di una montagna. La giovane studentessa Seher fa la guida in autobus e nasconde la gravidanza frutto di un abuso in famiglia. Entrambi soli, i due si incrociano senza parlarsi, ma quando Seher partorisce e abbandona il neonato a bordo strada, Nihad la soccorre e recupera il bambino, portando entrambi in montagna e costringendo la puerpera a occuparsi del figlio. Un film molto bello, costruito su sequenze lunghe (il parto, l’allattamento), sui sensi di colpa (l’uomo aveva causato un incidente stradale), sul rifarsi una vita, sul ridare un senso all’esistenza, ritrovare scampoli di umanità e solidarietà.

“The Watchtower” è uno dei pezzi forti della rassegna insieme a “Beyond the Hill” di Emin Alper e al classico western rurale “Law of the Border” (1966, uno dei capisaldi del cinema turco) di Lüfti Ö.Akad e al documentario “Polluting Paradise” del turco-tedesco Fatih Akin (“La sposa turca”, “Soul Kitchen”). Serata particolare, il 26 sera all’Auditorium, con il film muto austriaco “Enis Aldjelis, die Blume des Ostens” (1920) di Ernst Marischka (futuro regista di “Sissy”), il primo lungometraggio girato a Istanbul, musicato dal vivo dal gruppo turco BaBa Zula, fautore della “Istanbul Psichedelia”.

Completano l’omaggio i documentari “I Flew You Stayed” di Mujde Arslan Mizgin, “Ich Liebe Dich” di Balci Emine Emel (l’emigrazione in Germania dal punto di vista delle donne rimaste in Turchia), “1+8” di Angelika Brudniak e Cynthia Madansky (sui rapporti con i paesi confinanti), “Waiting” di Öztürk Bülent, “Playing House” di Bingol Elmas. “Last Nomads In Anatolia: Sarikeçililer” Aksu Yüksel e i corti “The Search” di Cetin Baskin e “Masuk” di Cevahir Çokbilir. E ancora mostre fotografiche, reading letterari, incontri, presentazioni di libri e un laboratorio culinario sulle spezie nella cucina turca.

Gli altri dei Balcani

C’è un corto turco anche nella sezione Alp&Ism dedicata agli appassionati di arrampicata, “Geyikbayiri” di Kayikci Ozturk Kemal, insieme al lungometraggio sloveno “Wild One” di Breceljnik Jure.

Dal Montenegro arriva “Život je” di Perovic Vladimir, documentarista noto al pubblico trentino, selezionato in Terre alte. Orizzonti vicini, che fa il punto sul meglio della produzione regionale presenta il documentario “Nadea e Sveta” di Maura Delpero su due amiche moldave che lavorano in Italia e già premiato in diversi festival.

Infine “Eurorama” che permette di conoscere usi, tradizioni, problemi e storie dei popoli europei senza muoversi dalla sala cinematografica, presenta i documentari corti “Adak” di Faynot Amandine (Turchia), “The Gourgeous Of The Evening” di Davor Borić (Croazia), “Looking At Themselves - Babaluda Luda” di Andrei Leaha Mihai (Romania), “It Won't Continue No Way” di Vladimir Bocev (Macedonia) e “The Tanners” di Cosmin Tiglar (Romania).


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