Una lavagna cancellata su cui si intravedono scritte in cirillico

© Andrey Arkusha/Shutterstock

Il 3 marzo le scuole di tutta la Russia sono state tenute a seguire una lezione su quanto sta avvenendo in Ucraina. Il ministero dell'Istruzione ha fornito ai docenti i materiali da utilizzare, contenenti numerose inesattezze e distorsioni. Riportiamo il testo tradotto e commentato della lezione

04/03/2022 -  Martina Napolitano

Il primo marzo, i docenti di diverse scuole russe hanno ricevuto l’invito a dialogare con gli studenti delle scuole superiori, nel contesto delle lezioni di educazione civica, in merito a quanto sta avvenendo in Ucraina. I materiali da utilizzare, in forma di vera e propria lectio con annesse possibili domande e risposte, sono stati inviati ai docenti direttamente dai presidi. Nella giornata del 3 marzo inoltre, alle ore 12 (orario di Mosca), in tutta la Russia le scuole sono state tenute a seguire una lezione aperta sul tema organizzata dal ministero dell’Istruzione. Il tono dei discorsi, coadiuvato dal diretto invito a riascoltare alcuni estratti del discorso di Vladimir Putin , riflette quanto ascoltato nelle ultime settimane nelle dichiarazioni a dir poco surreali rilasciate dal Cremlino.

Riportiamo di seguito l’intera lectio consigliata agli insegnanti per le classi settima e ottava del ciclo di studi (rivolta dunque a 14-15enni; un testo analogo ma più denso è stato invece preparato per le ultime classi del ciclo di studi). Il testo è stato pubblicato dal media indipendente Mediazona . Per brevità riportiamo in grassetto le affermazioni inesatte, completamente errate o distorte, suggerendo implicitamente che anche altre dichiarazioni qui contenute e da esse conseguenti sono pertanto quanto meno incoerenti e immotivate:

“Ci troviamo a essere testimoni di eventi storici della storia recente. Tuttavia, ciò che sta accadendo ora ha una lunga storia alle spalle.

Lo stato ucraino non esisteva sulla mappa del mondo fino al ventesimo secolo1. Sorse nel 1917 dopo la rivoluzione in Russia e fu presto incorporato all'interno dell'Unione Sovietica. In seguito, a esso fu aggiunta la Novorossija (Donetsk e Lugansk) e, dopo la Seconda guerra mondiale (la Grande Guerra Patriottica), le regioni occidentali.

E nel 1954 all'Ucraina fu annessa la Crimea. E solo nel 1991 l’Ucraina divenne uno stato indipendente.

Noi, la Russia, abbiamo sempre sostenuto e ci siamo sempre preoccupati dell’Ucraina2, perché siamo un solo popolo e non ci può essere odio tra i nostri paesi.

Ma, purtroppo, nel 2014, sul territorio ucraino, ha avuto luogo un colpo di stato, un colpo di stato incostituzionale e sanguinoso3, durante il quale molte persone innocenti sono morte, un governo filo-americano è salito al potere e, di fatto, si è stabilita un’amministrazione esterna.

Una parte della popolazione di questo paese non ha accettato il colpo di stato. Questo vale per le persone che vivevano in Crimea allora e vale anche per quelle che vivevano e vivono ancora oggi nel Donbass.

La gente ha dichiarato di voler parlare la propria lingua madre, il russo, di voler essere portatrice della memoria storica russa, di voler vivere nello spazio culturale formatosi nel corso dei secoli in questa regione, di voler vivere e lavorare in pace. Per volere della popolazione si sono formate due repubbliche indipendenti, la Repubblica Popolare di Donetsk e la Repubblica Popolare di Lugansk. Da quel momento è iniziato lo scontro tra le autorità di Kiev e le persone che vivono in questo territorio4.

Fin dall’inizio, la Russia ha fatto tutto il possibile per risolvere tutti i contrasti in modo pacifico. Ciononostante, le autorità di Kiev hanno effettuato ben due volte delle operazioni militari punitive in questi territori e, attualmente, stiamo assistendo all’aggravarsi della situazione per una terza volta5.

Da otto anni gli abitanti delle oblast' di Donetsk e Luhansk vivono in condizioni economiche e politiche estremamente difficili. I bombardamenti sono costanti, così come l’isolamento. Le persone che vivono in aree vicine alla cosiddetta linea del fronte sono state costrette a trasferirsi negli scantinati e a viverci con i figli.

La Russia ha fatto e sta ancora facendo degli sforzi per risolvere tutti i complessi e tragici sviluppi in modo pacifico, ma purtroppo né le autorità di Kiev né la comunità occidentale stanno onorando gli accordi precedentemente siglati6 e, inoltre, stanno rafforzando la capacità militare dell’Ucraina fornendo armi e specialisti e lanciando campagne di informazione al fine di incitare politiche anti-russe.

Con grande rammarico del governo russo, del Ministero degli Affari Esteri e delle strutture di contrattazione, tutti i metodi di negoziazione per la risoluzione del conflitto sono finiti in un vicolo cieco.

La Russia ha sempre difeso gli interessi del suo popolo e li difenderà anche ora.

Guardiamo ora un frammento del discorso del presidente russo Vladimir Vladimirovič Putin”.

 

Segue la sezione domanda e risposta (le citazioni all’interno delle risposte sono tratte da discorsi di Vladimir Putin):

 

"Domanda: Si tratta di una guerra con l’Ucraina? Se ne sarebbe potuto fare a meno?

Risposta: Non si tratta di una guerra con l’Ucraina, ma di un’operazione speciale di pace volta a contenere i nazionalisti che opprimono la popolazione russofona7.

"Il suo scopo è quello di proteggere le persone che hanno subito abusi e genocidi8 da parte del regime di Kiev per otto anni. E a questo scopo, cercheremo di smilitarizzare e denazificare l’Ucraina e di consegnare alla giustizia coloro che hanno commesso numerosi crimini sanguinosi contro i civili, compresi i cittadini della Federazione Russa.

Allo stesso tempo, i nostri piani non includono l’occupazione dei territori ucraini. Non intendiamo imporre nulla a nessuno con la forza9.

Domanda: Perché vengono condotte azioni militari?

Risposta: L’espansione della NATO e il suo avvicinamento ai confini della Russia è una minaccia per tutti noi. Conosciamo la triste esperienza dell’Iraq, della Libia e della Siria.

Inoltre, l’Ucraina può dotarsi di armi nucleari. Visto l’attuale governo di quel paese, ciò è una minaccia diretta alla Russia.

Nonostante tutto, nel dicembre 2021 abbiamo ancora una volta tentato di accordarci10 con gli Stati Uniti e i loro alleati sui principi della sicurezza in Europa e sulla non espansione della Nato. Tutto invano. La posizione degli Stati Uniti non cambia. Non considerano necessario negoziare con la Russia su questa questione chiave per noi, perseguono i loro propri obiettivi e ignorano i nostri interessi.

Domanda: Era possibile evitare un’azione militare?

Risposta: La presente operazione speciale di pace è una misura necessaria per salvare la gente in Ucraina11.

Per otto anni, otto anni infinitamente lunghi, abbiamo fatto tutto il possibile perché la situazione si risolvesse con mezzi pacifici e politici12. Tutto inutile. Non si può osservare ciò che sta accadendo lì senza compassione. Era semplicemente troppo da sopportare. Era necessario porre immediatamente fine a questo incubo, un genocidio contro milioni di persone che vivono lì e che sperano solo nella Russia8.

Domanda: è vero che prenderemo il controllo dell'Ucraina?

Risposta: Il piano della Russia è di proteggere la popolazione pacifica e indifesa (bambini, donne, anziani) delle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk13, dove da otto anni si combatte ferocemente. Non c’è nessuno che li aiuti se non la Russia. Aiutiamo i nostri fratelli, civili pacifici.

‘La nostra politica si basa sulla libertà, la libertà di scelta per tutti di determinare il proprio futuro14 e quello dei propri figli.

Allo stesso tempo, i nostri piani non includono l’occupazione dei territori ucraini. Non imporremo nulla con la forza.

Ripeto, le nostre azioni sono un’autodifesa contro le minacce15 che ci vengono poste e contro un disastro ancora più grande di quello che sta accadendo oggi’".

 
  1. In realtà la storia dello stato ucraino, (anche) in forme indipendenti dalla Russia o dall’Unione Sovietica, ha origini più complesse, come spiegano molti storici (brevemente qui , ad esempio, Timothy Snyder, oppure qui ).
  2. Dichiarazione non argomentata che lascia spazio a innumerevoli esempi storici del contrario (tra cui la mancata libertà di utilizzo della lingua ucraina in epoca zarista o ancora le repressioni sovietiche degli intellettuali di lingua e cultura ucraina).
  3. Definire il cosiddetto Euromaidan come “colpo di stato” fa parte della retorica governativa russa fin dal 2013-2014.
  4. Ricostruzione quantomeno fantasiosa degli eventi del 2014, per i quali si rimanda al volume di Simone A. Bellezza, Il destino dell’Ucraina.
  5. Anche in questo caso non si enuclea l’entità di quali sarebbero stati gli sforzi russi a riguardo, né si chiarisce a quali operazioni militari specifiche si fa riferimento. Inoltre, è particolarmente evidente come questa “terza volta” (come dopotutto le precedenti) l’operazione non sia partita di certo da Kyiv. (Nel tradurre il testo russo la capitale ucraina viene traslitterata dal russo, mentre nelle note ci atteniamo alla traduzione dalla lingua ucraina).
  6. Sulla mancata implementazione degli accordi di Minsk, Mosca ha evidentemente giocato un ruolo centrale.
  7. Di nuovo un’interpretazione alquanto fantasiosa di quanto sta avvenendo e viene documentato dal 24 febbraio.
  8. Anche storici esperti di nazismo, Olocausto e seconda guerra mondiale hanno messo in discussione l’utilizzo deliberato e ingiustificato dei termini “genocidio” e “nazismo” da parte del governo russo.
  9. L’utilizzo massiccio di forze armate pare una contraddizione.
  10. Le richieste avanzate da Mosca sono parse più un ultimatum che un tentativo di raggiungere un compromesso.
  11. Dato il crescente numero di vittime civili di questi giorni anche questa risulta contraddire quanto affermato.
  12. In realtà dal 2014 Mosca finanzia mercenari e separatisti nel Donbas.
  13. Le operazioni condotte al di fuori di questi territori ancora una volta contraddicono quanto detto.
  14. Parlare di libertà di scelta mentre si impugnano le armi è particolarmente inopportuno.
  15. Le presunte minacce ucraine alla Russia sotto forma di aggressione militare o, addirittura, nucleare non sono affatto documentate.

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