Ancora tensione nell'area di Tetovo. Il progetto dei pattugliamenti da parte della polizia mista stenta a decollare e non mancano le occasioni di scontro tra albanesi e polizia macedone.

29/04/2002 -  Anonymous User

I cittadini di alcuni villaggi della regione di Tetovo hanno nuovamente bloccato, in questi giorni, le strade principali dell'area con barricate. Questo per impedire alle pattuglie di polizia di entrare nei villaggi stessi. Per l'eliminazione dei blocchi stradali si richiede la liberazione dei detenuti albanesi nelle carceri macedoni ed una più alta percentuale di rappresentanti albanesi nelle pattuglie di polizia mista.
Alcuni rappresentatni della Comunità Internazionale hanno fortemente criticato questo atteggiamento. Irina Gjuzelova, portavoce UE a Skopje, ha affermato che "gli Accordi di Ohrid devono essere implementati" aggiungendo poi che "non sono un menu dal qual si può scegliere ciò che si preferisce". Lo stesso messaggio emerge anche dalla presa di posizione di Lawrence Butler, neonominato ambasciatore americano in Macedonia, che durante la presentazione delle proprie credenziali al Presidente Trajkovski ha dichiarato che "intende operarsi per una rapida implementazione degli Accordi di Ohrid".
Intanto continuano le ripercussioni di un incidente avvenuto due settimane fa nel quale a Shemshovo, villaggio nei pressi di Tetovo, un ufficiale del Ministero degli Interni è stato prima rapito e poi pestato. La polizia macedone riferisce di aver individuato i responsabili ed ha comunicato all'OSCE che se entro pochi giorni non farà in modo che questi siano consegnati alla polizia sarà la stessa polizia macedone ad intervenire per arrestarli. Anche all'interno della polizia vi è però chi è preoccupato per il pericolo insito in questo tipo di azione. Il quotidiano "Vest" ha titolato nei giorni scorsi in prima pagina "Shemshevo potrebbe divenire un'altra Trebosh", riferendosi ad un'imboscata nella quale era caduta la polizia macedone nelle vicinanze appunto del villaggio di Trebosh.
Lunedì 22 aprile il portaparola della NATO in Macedonia, Craig Radcliff, ha dichiarato che "la polizia macedone ha il diritto di intervenire ed arrestare i colpevoli ma deve procedere con molta cautela perché ogni azione può avere conseguenze inimmaginabili".


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