Daniele Ferro 20 febbraio 2014

Zoran Dimitrovski, direttore di "Nova Makedonija" è accusato di “manipolazione”. La sua colpa: rappresenta anche il punto di vista dell’opposizione. Attesa nel paese per la nuova legge sui media

Fonte: Ossigeno per l'informazione

“Tu stai facendo una manipolazione politica. I tuoi editoriali non sono professionali”. Con queste parole giovedì 13 febbraio 2014 l’editore Minco Jordanov ha rimosso Zoran Dimitrovski dalla direzione di Nova Makedonija, uno dei quotidiani macedoni più importanti. L’episodio ha fatto sensazione perché pochi giorni prima il Parlamento aveva approvato la nuova legge sui media nata per offrire maggior tutela alla libertà d’espressione.

Dimitrovski ha 49 anni e ha all’attivo trent’anni di attività giornalistica. Insegna alla scuola di giornalismo di Skopje. La sua rimozione fa parte di una strategia di favori e minacce che delineano un intreccio politico, economico ed editoriale .

La rappresentante dell’Osce sulla libertà dei media Dunja Mijatovic, che ha visitato Skopje proprio la scorsa settimana, su Twitter ha definito “preoccupante” il licenziamento del direttore di Nova Makedonija.

“Io sono un analista politico. Ogni sabato – spiega Dimitrovski a Ossigeno – ho pubblicato un editoriale. La mia colpa è stata quella di descrivere anche il punto di vista dell’opposizione. Il proprietario del giornale mi ha contestato proprio alcuni passaggi”.

Dimitrovski non ha capito se potrà continuare a scrivere per Nova Makedonija. Ancora non ha ricevuto alcuna comunicazione scritta dell’editore: “Non so se mi vogliono proprio licenziare o permettermi di continuare a lavorare come redattore. Per quanto mi riguarda, sono disposto a restare solo se mi permettono di continuare a fare il mio lavoro onestamente, cioè offrendo ai lettori un’analisi politica completa”.

Intanto, il giorno dopo la rimozione, Nova Makedonija ha giustificato l’accaduto scrivendo che il direttore era stato rimosso perché faceva “manipolazione”.

L’editore del quotidiano, Minco Jordanov, ha fondato l’anno scorso un partito (“Alleanza civile per una Macedonia positiva”) che non ha una chiara posizione nei confronti del governo conservatore di Nikola Gruevski: “Jordanov è l’uomo più ricco di Macedonia. Il suo movimento è di centro – spiega Dimitrovski – e ancora non si capisce se si schiererà pro o contro il partito di governo. Jordanov deve essere stato costretto a rimuovermi: se vuole continuare a fare i suoi affari non deve dare voce all’opposizione, e il suo stesso partito non potrà stare contro il governo”.

L’altro messaggio, secondo Dimitrovski, è che “i giornalisti se non vogliono avere problemi devono cucirsi la bocca: chi è al potere si è vendicato contro di me perché ho difeso Kezarovski (il giornalista finito in prigione l’anno scorso, ndr)”.

Per Tamara Chausidis, presidente del Sindacato indipendente dei giornalisti , licenziata nel 2011 da una tivù privata dopo avere ricevuto minacce per la sua attività sindacale, la rimozione di Dimitrovski “dimostra il potere di controllo del governo sull’informazione. Secondo la legge sui media appena approvata, i giornalisti non devono essere puniti per le loro opinioni, ma questa legge è solo un’operazione di facciata. L’ex direttore di Nova Makedonija offriva un’analisi politica. Non era lui in persona a schierarsi contro il governo, eppure l’hanno accusato di essere un manipolatore: è molto offensivo per un professionista. La nuove legge sui media – conclude Chausidis – non cambierà l’atmosfera di autocensura in cui i giornalisti macedoni sono costretti a lavorare”.

 

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