Svetla Dimitrova 23 giugno 2014

L'Associazione dei giornalisti di Macedonia(AJM) ha reso pubblico che il caso del giugno 2012, quando i giornalisti presenti vennero espulsi con la forza dal parlamento, verrà sottoposto alla Corte europea per i diritti dell'uomo

Lo scorso aprile la Corte costituzionale della Macedonia ha sentenziato che i giornalisti espulsi forzatamente dal parlamento nel dicembre 2012 subirono il provvedimento a “tutela della loro sicurezza date le tensioni esistenti nella sala plenaria” e quindi il caso non ha rappresentato alcuna violazione del diritto di espressione.

“E' scandaloso che la Corte costituzionale non abbia riscontrato alcuna violazione dell'articolo 16 della Costituzione che vieta ogni censura a garanzia del diritto di espressione e di libero accesso all'informazione pubblica” si afferma però lo scorso 5 giugno in un comunicato stampa dell'Associazione dei giornalisti di Macedonia (AJM) dove si aggiunge che l'organizzazione di categoria macedone ha intenzione di cercare giustizia presso la Corte europea di Strasburgo.

Il fatto di cui si dibatte è avvenuto il 24 dicembre del 2012, quando i deputati macedoni stavano discutendo la finanziaria 2013 in una crescente tensione nell'aula parlamentare. Il servizio di sicurezza del parlamento ha ad un certo punto forzatamente espulso i giornalisti dallo spazio a loro destinato non permettendo loro di seguire gli eventi.

“La verità è che non si voleva avere testimoni mentre un membro dell'opposizione veniva espulso dalla sessione del parlamento”, ha affermato il 10 giugno scorso ad OBC Naser Selmani, presidente di AJM. “Il membro dell'opposizione aveva accusato il governo di modalità improprie nell'adozione della finanziaria e l'espulsione è la modalità in cui hanno bloccato le sue istanze”.

AJM, nel proprio comunicato, ha inoltre sottolineato che con la sua decisione la Corte costituzionale - il massimo guardiano dei diritti e delle libertà dei cittadini - ha inviato “un messaggio estremamente pericoloso a tutti: che l'art.16 è solo una legge sulla carta”.

“La Corte costituzionale ha difeso un evidente abuso da parte del potere legislativo ed esecutivo ed ha incoraggiato le istituzioni a limitare ancora più drasticamente in futuro la libertà di espressione e la libertà dei media” ha evidenziato l'organizzazione “questa decisione deteriorerà ulteriormente la già screditata immagine della Macedonia quale paese con una solo parziale libertà d'espressione”.

 

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