Rossella Vignola 24 febbraio 2014

Il 20 febbraio scorso le commissioni del Parlamento Europeo agli Affari Economici (ECON) e alle Libertà Civili (LIBE) hanno approvato misure per la lotta al riciclaggio di denaro e ai trasferimenti illeciti

Link: Parlamento europeo; Transparency International

Si tratta di emendamenti alla direttiva europea già esistente in materia di riciclaggio di denaro, volti a garantire maggiore tracciabilità nelle transazioni finanziarie, trasparenza sugli operatori economici e sulle strutture proprietarie di aziende e fondi di investimento a livello europeo. In particolare, i provvedimenti proposti dalle due commissioni prevedono l'istituzione di registri pubblici in cui gli assetti proprietari siano visibili e tracciabili a tutti i livelli e mirano ad includere anche le nuove industrie, come quella del gioco d'azzardo.

Dopo il lavoro delle due commissioni, gli emendamenti verranno discussi dal Parlamento europeo (PE) in plenaria a marzo, mentre, a partire da maggio, il nuovo PE inizierà le negoziazioni con la Commissione e il Consiglio dell'UE, a guida italiana a partire da luglio 2014.

Il riciclaggio di denaro è una pratica volta a nascondere l'origine illecita del denaro, e dunque l'azione criminale che lo ha generato, in modo da renderlo disponibile per il reinvestimento nell'economia legale. Le fonti di queste immense risorse sono le attività del crimine organizzato (droga, armi, contrabbando, esseri umani, contraffazione), ma anche corruzione e truffa.

Per quanto sia difficile tracciare e contare i numeri della "terra incognita" dell'illecito, le statistiche della Nazioni Unite stimano il riciclaggio di denaro in circa 1.600 miliardi di euro all'anno (2,7% del PIL mondiale, dati 2009). Secondo l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo (OCSE) sono principalmente tre i canali attraverso cui il denaro viene "ripulito". Primo, attraverso i depositi bancari in cui viene trasformato in oro e assegni. Secondo, il denaro "criminale" viene suddiviso e distribuito in conti, paesi, aziende o individui diversi. Infine, attraverso la creazione di finti contratti, prestiti e forniture che reintroducono il denaro delle attività illecite nell'economia legale.

Inoltre, le tecniche più moderne, inserendosi tra le pieghe delle nuove tecnologie e dei mercati transnazionali, utilizzano banche ed istituzioni finanziarie (compagnie assicurative, agenzie di cambio e di trasferimento di denaro, intermediari finanziari) e si infilano nelle zone d'ombra create dall'esistenza dei paradisi fiscali e dall'impenetrabilità garantita dal segreto bancario.

Se da un lato, dunque, le strategie di contrasto devono agire sulle organizzazioni criminali che utilizzano canali legali per perseguire i propri affari illeciti, dall'altro è necessario combattere le diverse forme e i diversi gradi di complicità dei cosiddetti "colletti bianchi", spesso strumentali alle attività di riciclaggio.

Secondo l'eurodeputato lettone, Krišjānis Kariņš, rapporteur della commissione ECON "per anni le strutture criminali in Europa hanno usato l'anonimato delle compagnie offshore per nascondere profitti illeciti. Con questo provvedimento sarà sollevato il velo della segretezza e aiutata la lotta contro il riciclaggio e l'evasione fiscale".

Il responsabile dell'ufficio europeo di Transparency International, Carl Dolan ha espresso l'apprezzamento dell'organizzazione per il provvedimento dichiarando che "sarà più facile scoprire i casi di crimine e corruzione" e che "il flusso di denaro sporco nell'UE resta una seria sfida alla credibilità dell'UE come attore anti-corruzione".

L'impegno delle due commissioni parlamentari si inserisce nel solco di una accresciuta attenzione delle istituzioni comunitarie ai fenomeni criminali e di infiltrazione dell'economia legale, fenomeni che secondo molti osservatori si sarebbero rafforzati parallelamente alla crisi economica e finanziaria. Nel 2012, il PE ha istituito la commissione sulla criminalità organizzata, la corruzione e il riciclaggio di denaro (CRIM), presieduta dall'italiana Sonia Alfano. Ad ottobre 2013, in seduta plenaria è stata approvata la risoluzione della commissione CRIM, il primo piano di azione volto a rafforzare la lotta dell'Unione alle attività della criminalità organizzata, a colpire le attività finanziarie illecite e le infiltrazioni di tipo mafioso nell'economia e nella società europee. Secondo Sonia Alfano, il provvedimento ha affermato, per la prima volta in modo inequivocabile, la posizione del PE contro le mafie.

 

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