23 febbraio 2017
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Si è aperta l’edizione 2017 del premio giornalistico Lorenzo Natali istituito nel 1992 dalla Commissione europea, dedicato ai temi dello sviluppo e dell’eliminazione della povertà

Si è aperta di recente l’edizione 2017 del premio giornalistico Lorenzo Natali, che offre riconoscimento ai migliori lavori giornalistici sui temi dello sviluppo e in particolare dell’eliminazione della povertà. Il premio, dedicato alla memoria dell’ex commissario per lo sviluppo difensore della libertà di espressione, della democrazia, dei diritti umani e dello sviluppo, è stato istituito nel 1992 dalla Commissione europea per illustrare come le grandi storie possono cambiare il mondo e premia i giornalisti (professionisti e dilettanti) che a volte mettono a rischio anche la loro vita per garantire la libertà di informazione. Per i giornalisti rappresenta un’opportunità per dimostrare il loro impegno ad affrontare e raccontare i temi dello sviluppo, dell’eliminazione della povertà e della democrazia, come anche ad ispirare le persone a migliorare la vita nelle loro comunità. Il termine per inviare le candidature è il 10 marzo 2017.

Anche per quest’anno le categorie del premio sono due: i giornalisti professionisti e i giornalisti dilettanti, compresi i blogger, selezionati su cinque aree geografiche: Europa, Africa, Medio oriente e mondo arabo, America latina e Caraibi, Asia e Pacifico. Possono concorrere sia articoli giornalistici (anche pubblicati su internet e blog) sia trasmissioni radio e televisive dedicate al tema sviluppo e sradicamento della povertà, pubblicate/trasmesse per la prima volta a partire dall’11 marzo 2016 e fino al 10 marzo 2017. L’area geografica di riferimento per i giornalisti dilettanti è quella di residenza, per i giornalisti professionisti è quella dove ha sede la testata che ha pubblicato l’articolo/trasmesso il programma.

Oltre al tema principale per questa edizione è previsto un “Premio speciale sulla libertà di fede o religione al di fuori dell’Europa” dedicato a storie e iniziative che siano di stimolo alla promozione della libertà di religione o di credo così come al rispetto della diversità religiosa e alla cooperazione interreligiosa. Anche per questo Premio speciale saranno premiati un giornalista professionista e un giornalista dilettante.

Per rientrare nella categoria di giornalista professionista un potenziale partecipante deve:

- essere in possesso del tesserino da giornalista e/o

- essere membro di un sindacato dei giornalisti e/o

- dimostrare che il giornalismo è la sua fonte primaria di reddito.

Ogni partecipante può candidare un solo pezzo, pena l’esclusione. Non sono ammissibili gli articoli di opinione. Gli articoli/servizi possono essere scritti in qualsiasi lingua dell’Unione: se quella di origine è diversa da inglese, francese o spagnolo, è necessario allegare la traduzione in un di queste tre lingue (e sarà quest’ultima a essere giudicata ai fini della premiazione). I testi scritti devono avere una lunghezza massima di 1000 parole; i lavori audiovisivi devono avere una durata massima di 10 minuti. Il termine per inviare le candidature è il 10 marzo 2017.

Fra tutte le iscrizioni pervenute saranno selezionati due vincitori (uno per categoria) per ogni area geografica più altri due vincitori per il premio speciale per la libertà religiosa. Ciascun vincitore oltre al riconoscimento riceverà un premio in denaro di 5.000 euro.
A uno dei 12 vincitori la giuria attribuirà inoltre il Gran premio per il miglior pezzo di giornalismo che prevede un contributo (aggiuntivo) di 5.000 euro.
I vincitori saranno resi noti durante la cerimonia di premiazione che si terrà nel corso delle Giornate europee dello sviluppo in programma nel giugno prossimo a Bruxelles.

Per maggiori informazioni si veda la pagina dedicata al Premio Natali sul sito della Commissione europea.

Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del progetto European Centre for Press and Media Freedom, cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto