Ratni Studio Mostar, 22 anni fa

17 settembre 2014

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Il 16 settembre 1992 nasceva Radio Ratni Studio Mostar. Una radio che, nonostante si fosse in piena guerra, voleva fare “rivoluzione”. Abbiamo raccolto il ricordo di Dario Terzić, oggi caporedattore di Radio X Mostar

Radio Ratni Studio Mostar è nata il 16 settembre del 1992, dopo mesi di organizzazione. A Mostar esisteva una radio pubblica, che però nell'aprile 1992, allo scoppio della guerra in Bih, finì sotto il controllo dell'HVO (esercito croato-bosniaco). Ricorda Dario Terzić, giornalista radiofonico: “Era diventata una radio in cui si doveva lavorare secondo il loro volere, si doveva parlare solo croato. Veri programmi non c'erano e si mandavano in onda solo i comunicati stampa dell'HVO. Così è nato il bisogno di creare una radio cosiddetta 'normale'." Cioè una radio che facesse programmi di tutti i tipi ma, soprattutto, una radio che riflettesse il paese in cui era nata: la Bosnia Erzegovina. “Da aprile in radio veniva mandato in onda solo il radiogiornale centrale di Zagabria mentre ci era vietato emettere notizie provenienti da Sarajevo”.

E' così, dopo alcuni mesi di organizzazione, è nata Radio Ratni Studio Mostar. Le informazioni arrivavano da Sarajevo, ma venivano mandate in onda anche i comunicati stampa dell'HVO, perché la città era di fatto sotto il loro controllo. “Nonostante ciò, eravamo riusciti a creare uno spazio 'bosniaco-erzegovese', in cui parlavamo la nostra lingua – non so oggi come potrei chiamarla, direi serbo-croato”.

La sede era nel palazzo di Vranica, nel centro della parte ovest di Mostar, ma le cose cambiarono il 9 maggio del 1993, giorno dell'inizio del conflitto tra HVO e Armija BiH (Esercito della Bosnia Erzegovina). Era praticamente un lavoro volontario, oltre ai giornalisti di fatto partecipavano tanti cittadini: “a Ratni Studio Mostar veniva tanta gente entusiasta a dare una mano, per proporre o realizzare trasmissioni, senza chiedere un soldo. Perché la radio veniva vissuta come una 'rivoluzione', espressione di una grande voglia di cambiamento, di un nuovo inizio”.

A maggio il palazzo di Vranica venne distrutto. Alcuni giornalisti vennero arrestati dall'HVO, rinchiusi nei campi di Ljubuški e Heljodrom e liberati solo nel marzo del '94 con gli accordi di pace di Washington. Anche Dario venne incarcerato: “Mi interrogarono e mi chiesero la nazionalità. Io mi dichiarai "bosniaco di religione cattolica" e venni considerato un traditore. Mi fecero indossare una mimetica dell’esercito HVO e mi accompagnarono al fronte di guerra che divideva la città lungo il Bulevar Narodne Revolucije. Mi spararono da tutte e due le parti ma riuscii ugualmente ad arrivare vivo dall’altra parte...”.

Altri subirono pesanti minacce e presero la via dell'esodo all'estero: “Chi non è morto ha deciso di andare via, in Svezia, Norvegia e altri paesi europei. Dell'équipe di Ratni Studio, oggi continuano a fare giornalismo radiofonico in Bosnia Erzegovina solo il sottoscritto e una collega, che è speaker della BHRT (Radio Televisione di Bosnia Erzegovina)”.

Dopo il 9 maggio la sede viene aperta a Mostar est, la parte della città abitata da maggioranza musulmana che finì sotto assedio delle truppe croato-bosniache. Dario lavorò a Ratni Studio Mostar fino a giugno '95, momento in cui riuscì ad uscire dalla città per recarsi a Bologna. Nel dopoguerra Ratni Studio diventò “Radio Mostar” e oggi fa parte del circuito nazionale. Secondo Dario, da quel 9 maggio non fu più la stessa cosa: “Ratni Studio è stata l'ultima radio della città unita di Mostar. Dallo spostamento della sede non rappresentava più, purtroppo, la città nella sua unità e unicità”.


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