Il Belgio, l'Italia, Cipro... e la Bosnia

9 ottobre 2013

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L'ESI, centro studi con sede a Berlino, ha pubblicato un paper relativo alla situazione istituzionale in Bosnia. E vi si afferma che il percorso europeo della Bosnia non può essere condizionato dall'applicazione della sentenza “Sejdić-Finci”

Nel dicembre 2009 la Corte europea per i diritti umani ha rilevato – nella sua sentenza sul caso Sejdić-Finci vs. contro la Bosnia Erzegovina – che la costituzione e la legge elettorale della Bosnia Erzegovina violano la Convenzione europea sui diritti umani e i suoi protocolli.

La legge bosniaca prevede che i candidati alle elezioni debbano identificarsi come “bosgnacco”, “croato” o “serbo” per poter concorrere alla presidenza o entrare in parlamento.

Sono passati 4 anni da allora e la costituzione e le leggi bosniache non sono state cambiate. L'UE ha ammonito il paese che se la questione non verrà risolta – un ulteriore tentativo di accordo si sta tentando in questi primi giorni di ottobre – bloccherà il percorso europeo della Bosnia.

Nel rapporto dell'ESI si sottolinea che la politica dell'UE di bloccare il percorso bosniaco su questa questione risulta controproducente. Per i seguenti motivi:

Non siamo, ad avviso di ESI, di fronte a un caso di “razzismo”. Il sistema dell'apartheid in Sud Africa aveva un sistema elettorale razzista. Non la Bosnia, come non lo ha il Belgio o l'Alto Adige/Südtirol, anche se entrambi i sistemi prevedono una dichiarazione di affiliazione ad una comunità per godere di determinati diritti, in modo simile alla Bosnia. Nei fatti il sistema bosniaco è più liberale sia di quello del Belgio, che di quello del Alto Adige/Südtirol che della costituzione di Cipro.

La Bosnia non sta violando diritti umani fondamentali. La questione riguarda l'elezione della presidenza bosniaca e non si tratterebbe di una violazione dei diritti enumerati nella Convenzione europea sui diritti umani. Ma viola il protocollo 12 della convenzione stessa. Questo protocollo sino ad ora è stato ratificato da 8 dei 28 paesi dell'UE.

Inoltre ESI sottolinea che la Bosnia non sta sistematicamente violando i suoi impegni internazionali. Il suo passo nell'implementazione delle decisioni della Corte europea sui diritti umani è migliore di quello della maggior parte dei membri UE.

Per questo per ESI la non implementazione della Sejdić-Finci – nonostante sia da condannare – non giustifica il blocco del percorso UE della Bosnia.

Link: ESI


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