Nato dalla collaborazione tra la Ambasciata della Democrazia Locale a Zavidovici e l'associazione TrEATRO2, debutta il 24 Ottobre al Centro Teatrale Bresciano lo spettacolo "Graffiti"

20/10/2002 -  Andrea Rossini

"Tutti mi chiedono come è il mio Paese. E' il più bel Paese al mondo. Mi chiedono come mi sento. Non tanto bene. Mi chiedono cosa farò. Resterò."

Un giovane bosniaco appare al centro della scena, luci e fondali scarni, e comincia a raccontarsi. Sullo sfondo, la guerra: "Non ho colpa se i miei genitori sono morti durante la guerra..." In primo piano, una generazione che ha passato l'infanzia nella cantine ed ora emerge con rabbia in un nuovo isolamento, quello dell'Europa di Schengen: "Amina, cosa significano per te i confini? AMINA: I confini esistono solo per distruggerli." Il futuro, resta una parola indeterminata - "buducnost" - che gli attori scolpiscono come un graffito sul fondo del palco al termine dell'azione scenica.

Giovedì 24 Ottobre alle ore 21.00 debutta a Brescia presso il Centro Teatrale Bresciano "Graffiti", spettacolo teatrale italo-bosniaco. Il progetto, nato dalla collaborazione tra la Ambasciata della Democrazia Locale a Zavidovici , la Associazione "TrEATRO2" di Gardone Valtrompia e il Centro Giovani di Zavidovici, rappresenta l'esito finale di un percorso iniziato diversi mesi fa. Nell'estate 2001 infatti, i registi bresciani Fabrizio Foccoli e Arnaldo Ragni, interpretando a loro modo la esperienza di cooperazione decentrata che da anni lega Brescia con Zavidovici, cittadina del Cantone Zenica-Doboj, avviavano informalmente in Bosnia un primo percorso di ricerca teatrale. Nel giro di poche settimane, il laboratorio aveva attratto nel locale Centro Giovani persone delle più disparate provenienze culturali e nazionali. Un primo spettacolo veniva presentato il 30 settembre nella locale Dom Kulture ad un pubblico incantato. Oggi, mentre in Bosnia i (pochi) votanti tornano a preferire i potentati nazionalisti alle (vaghe) promesse di integrazione europea, i ragazzi del Centro Giovani di Zavidovici continuano per la loro strada, affiancati da attori bresciani, e si presentano al pubblico italiano.

Ma di cosa parla esattamente "Graffiti"? "La drammaturgia è emersa spontaneamente, sembrava che fosse già lì, da scoprire - spiega Foccoli, uno dei registi - I ragazzi hanno cominciato a presentarsi, a raccontare di sé e della propria vita. Lentamente io e Arnaldo (Ragni, ndc) abbiamo cominciato a mescolare i racconti individuali con altri brani proposti dai ragazzi e attinti alle fonti piu' diverse. Ci sono canzoni di gruppi rock yugoslavi degli anni '80, poeti bosniaci, frammenti di classici greci. Il tutto compone una rappresentazione unitaria della situazione in Bosnia adesso, vista attraverso la prospettiva di un ragazzo di 20/25 anni. Oggi abbiamo deciso di allargare questa esperienza anche ad attori italiani, creando un gruppo misto che lavora sui temi che emergono all'interno dello spettacolo: la identità e la/e differenza/e, il desiderio di ribellione, la libertà."

"Quello che è accaduto e sta ancora accadendo in Bosnia oggi non è così diverso da quello che accade in Italia - spiega Ragni - Abbiamo voluto sottolineare questo fatto sia tramite la creazione di un gruppo internazionale, che recita in due lingue diverse, sia attraverso elementi esteriori, di supporto alla narrazione. Le musiche, ad esempio, sono scelte quasi tutte all'interno del repertorio italiano degli anni '50, rimandano cioè simbolicamente al di là dell'Adriatico ad un altro dopoguerra, il nostro. Il tentativo è quello di far emergere gli elementi comuni all'esperienza umana nelle vicende diverse, conoscendosi e facendosi conoscere, avvicinando esperienze e linguaggi che altri cercano di separare."

La Ambasciata della Democrazia Locale e il TrEATRO hanno catalizzato intorno a questo esperimento il sostegno di una variegata rete territoriale composta da enti locali (il Comune di Brescia e la Seconda Circoscrizione) realtà culturali (il Centro Teatrale Bresciano) ed emittenti comunitarie (Radio Onda d'Urto, che ha favorito una raccolta di fondi per il progetto nel quadro della annuale "Festa della Radio").

Domenica la presentazione dei "Materiali dello spettacolo" con attori e registi presso i locali della Seconda Circoscrizione, al Villaggio Prealpino. Giovedì 24, per tre serate consecutive, la rappresentazione al Centro Teatrale Bresciano (mattinate per le scolaresche).

Alla rappresentazione è affiancata una mostra sulla Dom Kulture di Zavidovici ("Dom Kulture, uno spazio possibile") in italiano e bosniaco, curata dalle ricercatrici della Facoltà di Ingegneria della Università di Brescia Barbara Badiani ed Eleonora Chiaf.

Per informazioni e prenotazioni mail a:ambascia_zav@libero.it
o telefonare allo 030 831559 (segreteria TrEATRO)


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