Appello di Dunja Mijatović: si istituisca la Giornata in memoria di Srebrenica
1 luglio 2019
Il 26 giugno scorso la Commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa , Dunja Mijatović, nell'ambito della sessione estiva dell'Assemblea parlamentare tenutasi a Strasburgo, ha presentato la mostra “Srebrenica – Mothers’ long fight for justice”, accanto alle rappresentanti dell'Associazione delle Madri di Srebrenica e Žepa (Udruženje Pokret Majke enklave Srebrenica i Žepa ) e a Thomas Hammarberg, ex Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa.
Nel suo discorso ha posto sul tavolo la richiesta delle madri di Srebrenica e Žepa affinché il Consiglio riconosca la giornata ufficiale ufficiale di memoria del genocidio, così decretato dalla giurisprudenza internazionale, avvenuto l'11 luglio del 1995 a Srebrenica in Bosnia Erzegovina.
Srebrenica era una delle cinque cosiddette Aree protette delle Nazioni Unite, decretate dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU tra aprile e maggio 1993 con le Risoluzioni 819 e 824. Aree protette che vennero messe sotto controllo e protezione delle forze di peacekeeping Unprofor, una protezione che fallì a Srebrenica, oltre che a Žepa e Goražde.
L'undici luglio del '95 migliaia di bosniaco musulmani, terrorizzati dopo l'ingresso in città delle truppe serbo-bosniache, avevano cercato rifugio nella base dei caschi blu nei pressi di Srebrenica, a Potočari.
Le truppe olandesi invece consegnarono i civili ai soldati guidati da Ratko Mladić: vennero deportate, uccise e occultate in fosse comuni più di 8mila persone di sesso maschile, tutti bosgnacchi (bosniaci musulmani) di età tra i 12 e i 77 anni. Più di 30mila civili, tra bambini, donne e vecchi, vennero inoltre sfollati con la violenza.
Ogni 11 luglio, presso il Memoriale di Potočari , di fronte alla ex base Unprofor, vengono tumultati i resti delle persone scomparse, ritrovati negli anni nelle fosse comuni e identificati con l'analisi del dna. Ad oggi sono stati tumulati i resti di 6.610 delle 8.372 persone allora uccise.
Questa la traduzione in italiano della versione inglese del discorso tenuto da Dunja Mijatović:
Signore e signori,
Grazie per essere venuti qui oggi per l'inaugurazione di questa mostra dedicata al genocidio di Srebrenica e alla lunga lotta per la giustizia portata avanti dalle Madri di Srebrenica negli ultimi 24 anni.
Sono particolarmente grata alle Madri di Srebrenica, Munira Subašić e Kada Hotić per aver viaggiato dalla Bosnia Erzegovina ed essere qui con noi, oggi.
Posso solo immaginare quanto sia difficile questo periodo dell’anno per voi e gli altri parenti delle vittime, ora che si avvicina un altro 11 luglio.
Posso solo immaginare quanto siano dolorosi i ricordi, e il dolore che il genocidio vi ha procurato.
Ma se siamo qui, oggi, è grazie al vostro coraggio e alla vostra perseveranza nel pretendere giustizia per i vostri cari e per tutte le vittime del genocidio di Srebrenica.
La vostra dedizione è un esempio per tutti noi. Il vostro messaggio di giustizia è riecheggiato in tutta Europa e oltre.
Questa mostra è qui per amplificare il vostro messaggio, per mobilitare sempre più persone affinché vi accompagnino su questo lungo cammino. Dice che non dimenticheremo.
Molte persone in Europa e nel mondo non sanno del genocidio e alcuni non vogliono sapere. Alcuni persino lo negano. Questo è un insulto alle vittime e rappresenta una seria minaccia alla pace e alla riconciliazione.
Dobbiamo combattere contro la negazione del genocidio. Questo è ancora più importante perchè nella regione ha preso piede una cultura di negazione del genocidio.
Solo educando le nuove generazioni sul passato in maniera veritiera, può avere luogo una definitiva riconciliazione.
Voi, Madri, state facendo appello al Consiglio d'Europa di riconoscere ufficialmente l’11 luglio come Giornata della Memoria del Genocidio di Srebrenica. Unisco la mia voce alla vostra.
Per troppo tempo la comunità internazionale ha distolto gli occhi.
É giunto il momento di prendere posizione e marciare con voi per sostituire i semi dell’odio con quelli della giustizia.
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