Nuove regole lungo la rotta balcanica

22 febbraio 2016

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Le nuove linee guida approvate giovedì scorso a Zagabria dai responsabili delle polizie dei paesi balcanici hanno avuto come conseguenza, negli ultimi giorni, una forte contrazione del numero di migranti che hanno attraversato il confine nel sud della Macedonia.

I capi delle polizie di Serbia, Croazia, Slovenia, Macedonia e Austria si sono accordati a Zagabria di procedere con una registrazione congiunta dei rifugiati nel campo di Gevgelija, alla frontiera greco-macedone e di organizzare assieme il trasporto verso l'Austria.

La polizia macedone è stata la prima a mettere in pratica le nuove procedure perquisendo i migranti e chiedendo loro di mostrare il passaporto. La Macedonia, nelle ultime 24 ore, ha permesso solamente a 310 migranti di entrare nel paese chiudendo le sue frontiere con la Grecia ai migranti afghani e lasciando passare solo iracheni e siriani.

Tutto ciò ha causato un accumulo di persone che attende dal lato greco della frontiera. La polizia greca ha dichiarato che in 800 erano bloccati al confine e per l'Associated Press altri 2.750 stanno aspettando nelle vicinanze.

I responsabili delle polizie di Austria, Croazia, Macedonia, Slovenia e Serbia si sono accordati anche nell'organizzare un trasporto congiunto di migranti dal confine greco-macedone verso l'Austria. La polizia di ogni paese garantirà il passaggio, nei limiti fissati, dei migranti. Questi ultimi saranno poi schedati da tutti gli stati coinvolti.

Tali cambiamenti lungo la rotta balcanica arrivano pochi giorni dopo che l'Austria ha fissato un tetto massimo di migranti permettendo l'entrata di 3.200 persone al giorno provenienti da paesi in guerra.

I media tedeschi hanno però sottolineato che i maggiori controlli lungo la rotta balcanica potrebbero spingere i migranti a trovare altre vie per raggiungere l'Europa, lungo il Mar Nero o attraverso la Russia e la Georgia.

Le organizzazioni internazionali per i diritti umani segnalano che le nuove regole lungo i confini di paesi non-Schengen riverseranno il problema sulla Turchia dove vivono già due milioni di rifugiati.

L'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni ha dichiarato che dall'inizio del 2016 più di 83.000 migranti e rifugiati hanno raggiunto la Grecia.

Link: Balkan Insight


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