Il logo di Le Courrier

Dalla fine degli anni '90 è una delle voci europee più autorevoli sulla penisola balcanica. Ora rischia di chiudere perché nessuna istituzione, pur utilizzandolo, ritiene utile sostenerlo.

13/08/2004 -  Anonymous User

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Amiche lettrici ed amici lettori,

'Le Courrier des Balkans' interrompe per il periodo estivo le sue pubblicazioni quotidiane di informazione sulla penisola balcanica. Questa pausa annuale, che in passato iniziava a fine luglio, è stata eccezionalmente anticipata di una trentina di giorni.

Il motivo è la situazione finanziaria di Le Courrier che è ad oggi in una situazione più che precaria. Chi è costantemente in contatto con noi sa che questi problemi di tesoreria non sono certo nati ieri. Ma dal marzo scorso Le Courrier opera senza l'apporto di alcun salariato: la newsletter di Le Courrier e la messa on-line degli articoli, come l'aggiornamento del sito sono garantiti dall'opera di volontari. Solo alcune delle traduzioni sono retribuite (ma in ogni caso i contributi volontari rappresentano la maggior parte del lavoro), ed ora diviene per noi impossibile remunerare il lavoro di traduttrici e traduttori.

Dal 1998 Le Courrier ha saputo attirare l'attenzione dei principali soggetti francofoni della regione: tra i media, le istituzioni governative, le imprese delocalizzate, le ONG, le università tutti conoscono - e riconoscono - il lavoro di Le Courrier. Ciononostante i contributi finanziari a nostro favore sino ad oggi sono stati quelli di individui singoli, studenti, membri della diaspora, professori, giornalisti. Raramente organizzazioni di una certa forza hanno deciso di contribuire al lavoro di Le Courrier che, ciononostante, è da loro utilizzato quotidianamente.

Oggi, questo "a forse rivederci" si rivolge principalmente a queste ultime: gli articoli pubblicati in questi giorni potrebbero essere gli ultimi. Le Courrier des Balkans può funzionare con un budget annuale minimo di 100.000 euro, cifra microscopica per un'avventura di questo respiro. Attualmente la cassa è a secco e le ultime domande di sovvenzione hanno ricevuto esito negativo. Spetta ora solo a voi, aziende, media, istituzioni governative di permettere a Le Courrier des Balkans di esistere ancora il prossimo settembre.

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